Timelapse
Timelapse, scorrimento del
tempo.Il prodotto finale di un timelapse
èinfatti un filmato che scorre ( e lo deve fare ) a velocità
tale da permettere all'occhio umano, attraverso
il fenomeno della persistenza retinica, di
percepire un flusso ininterrotto di
immagini. Questo si verifica quando il
frame rate ( fotogrammi al secondo), è
uguale o superiore a 20 fps. Ciò che rende
estremamente suggestiva ed anzi unica
questa particolare tecnica, è la possibilità di
condensare in pochi istanti, lo svolgersi
di un intero evento ( naturalistico,
astronomico ecc..), cioè il fattore di
accelerazione della ripresa di un evento
fisico rispetto al suo ordinario fluire
.Nota:La tecnica timelapse, per quanto
molto simile, si distingue dallo stopmotion
in quanto in
quest'ultimo caso vengono animate solo le
variazioni, i movimenti che intercorrono
nello scenario inquadrato.
Per realizzare
un timelapse occorre ovviamente una camera
di ripresa ( anche una compatta può andar
bene ) , un' interfaccia che permetta di
scattare automaticamente ad un
intervallo temporale presecelto, un numero
di pose anch'esse previamente stabilite, e
magari di variare l'esposizione a seconda
delle condizioni di illuminazione,
naturalmente mutevoli, per eventi di più
ore che attraversino il giorno,il
crepuscolo e la notte ( bulb ramping, vedi
oltre ). Un oggetto del genere viene
chiamato intervallometro; ne esistono in
commercio ( costosi quelli "originali")
con vario grado di complessità , ma
possono anche essere realizzati
artigianalmente. Volendo si può fare a
meno dell' intervallometro, ma il prezzo
da pagare è quello di doversi
portare appresso un PC, col relativo
problema di durata delle batterie.Infine occorrono un
software di montaggio delle immagini ed un
codec di compressione del filmato
finale.Qualcuno, spinto dagli ottimi
risultati ottenuti,si perfeziona e
realizza piattaforme a binari
scorrevoli su cui agganciare le camere,
che quindi permettono riprese mobili (
dolly ).
- Individuiamo dapprima l'evento che ci interessa, la sua estensione angolare e per quanto parte della sua durata fisica, ci interessa immortalarlo.
- Cerchiamo il tempo si
esposizione opportuno.Parlando ormai
esclusivamente il linguaggio digitale,
anche la fotografia astronomica può
giovarsi di camere, anche quelle non
dedicate, dai valori di sensibilità(
efficienza quantica ), elevata, rispetto
a quelle di tipo SLR.Nella scelta dei
tempi per un buon timelapse, occorre
mediare tra due estremi:da un lato,il
rischio di elongazione dei singoli
frames, e dall' altro quello di una
profondità di ripresa insufficiente.Si
auspica infatti che lo scenario
immortalato,sia quanto più suggestivo
possibile, e cioèricco di oggetti
astronomici ben delineati nelle loro
strutture tipiche, e di stelle corrette
geometricamente nella forma e non
sature.E' pur vero però, che un retaggio
dell' astrofotografia analogca,
suggerirebbe un leggero effetto mosso
sugli astri meno luminosi, e ciò al fine
di meglio evidenziare la loro presenza,
spesso nascosta dietro alle rumorose
disomogeneità del fondo della grana
fotografica.Anche nell' era digitale
quest' ultimo problema sussiste sotto
forma di rumore, ma data la sensibilità
delle camere moderne, non credo che,
tenuto conto della relativa brevità
delle singole esposizioni, esso possa
apprezzabilmente inficiare la
gradevolezza di un lavoro timelapse.Le
considerazioni di questo punto sono
naturalmente legate alle sole riprese
astronomiche e non a quelle
naturalistiche,laddove non si hanno
problemi di mosso fotografico.
- Individuiamo
l'intervallo di tempo che deve
intercorre tra uno scatto e quello
successivo. Questo sarà ovviamente
comprensivo del tempo di posa e di una
opportuna pausa, necessaria a dare modo all'
elettronica di scaricare l' immagine
sulla memoria della camera o sull' hard
disk del PC e soprattutto a calibrare l'accelerazione
del filmato. L' importanza di
questo punto è di tutta evidenza ove si
consideri che gli alti due fattori
coivolti, tempo di esposizione e frame
rate, sono sempre più o meno vincolati.
L'accelerazione dovrà essere tanto
maggiore, quanto maggiore è la durata
della scena chi ci preme catturare:
nello sbocciare di un fiore o nello
svezzamento di un pollus di merlo,
l'evoluzione dei dettagli di ripresa non
sarà veloce come quella delle gemme del
cielo notturno.Se adottassimo gli stessi
parametri in entraanbi i casi, avremmo,
rispetto a quello astronomico, un
timelapse naturalistico con molti più
frames,molta memoria occupata,un filmato
finale molto lungo ma di una noia
mortale,tale da snaturare le
potenzialità della tecnica, che fa presa
proprio perchè permette di enfatizzare
il dinamismo delle riprese.
- Dividiamo la durata reale del fenomeno per l' intervallo cosi ottenuto ed otteniamo il numero totale di frames che ci occorrono.
- Il rapporto
tra questi ultimi ed il frame rate ci
dirà poi quale sarà la lunghezza del
nostro filmato finale accelerato.
NASA/Don Pettit
Quindi decido di riprendere un filmato del moto della volta celeste centrato sulla costellazione del Toro ( punto centrale del campo avente declinazione 15.5°), con una Canon Eos 350 D modificata con filtro Baader ACF ( che aumeta notevolmente la risposta spettrale nella riga h-alpha dell' idrogeno ed in genere su tutto lo spettro visibile, tagliando la componente IR ).
Il sensore di questa Eos possiede un
fattore di crop di 1.6, quindi le sue
dimensioni sono di 22.2*14.8 mm, sui lati
e di 26.7 mm sulla diagonale.Venendo all'
obiettivo, è naturale ammettere che quanto
migliore è la sua qualità, tanto più
appaganti saranno le immagini.Nella
fotografia astronomica e nei timelapse,
questo è tanto piùvero se si considera la
necessità di lavorare con diaframma molto
aperto, e quindi ai limiti della resa
ottica.Credo che tra quelli progettati per
uso con le digitali, i migliori siano i
classe " L " della Canon, perltro molto
costosi.Sarebbe poi opportuno optare per
un obiettivo a focale fissa, perchè sempre
più luminoso rispetto ad uno zoom.Quanto
alla focale, un timelapse astronomico,
portà ricomprendere scorci di suggestivi
panorami, solo se si monta un'
ottica a grande campo. Io adopero un Canon
10-22 mm EF-S, 1:3.5-4.5 USM, portato a 15
mm.
Una regoluccia,
nata nell' era analogica e nota come
regola dei 600, permetteva di stimare la
durata massima di un esposizione senza
inseguimento,in cui le stelle erano ancora
puntiformi.Semplicemente si divideva
600 per la focale usata e si otteneva il
riferimento in secondi.Con l'avvento del
digitale, e la conseguente maggior
evidenza del mosso sui pixel rispetto all'
emulsione, si è scesi fino alla regola dei
300.Più puntuale è la seguente formula,
tratta da " Il libro dei Telescopi" di
Walter Ferreri,che considera anche la
declinazione dell' astro:
La formula è
impostata per il formato 35 mm, quindi nel
caso delle DSLR consumer, occorre tener
conto del fattore moltiplicativo ( in
questo caso, come detto, di 1.6 X ).
Ciò,in relazione alle riprese centrate sul
Toro, porta a circa circa 24" di
esposizione.Ma come tutte le relazioni
empiriche esigono,la formula va usata
prudentemente.Quindi imposteremo lo
shutter a 23 secondi.Consideriamo poi un tempo
di pausa di 10 secondi, opportuno grantire
il download delle singole immagini e
per dimensionare il rapporto dei tempi ,
cioè l'accelerazione del filamato finale.
Quindi fissiamo l'intervallo tra una posa
e l'altra a 33 secondi.Se ci troviamo in inverno,
a medie latitudini settentrionali, e con
riferimento all' oggetto prescelto,
potremo decidere ( montagne permettendo
nel nord Italia ) di condensare nel
timelapse, lo spazio temporale di una
intera nottata. Quindi 6 ore buone, 21600
secondi.
Si ottengono cosi :
Optando per un frame rate di 24 fps, si ottiene un filmato di
ed una accelerazione di
Ed infatti , il rapporto tra i 21600 secondi del filmato e la sua accelerazione, dà proprio 27 secondi di filmato condensato.
Qui sotto ho riportato una tabella con varie qualitàdi salvataggio del formato jpg, le relative dimensioni ed il peso dei singoli files della Eos 350 D. E' evidente che, per dimensioni sostenute, nel gestire la totalità dei files interlacciati a dare un filmato, e nel caricare il risultato sul web, si va incontro a inconvenienti superabili solo con l' impiego di un idoneo Codec di compressione video.
Formato |
Dimensioni immagine
in pixel |
Spazio occupato sulla scheda C.F | Dimensioni file del
timelapse senza compressione aggiuntiva |
Fine
JPEG
Large |
3456 x 2304 | 3.3 MB | 2161.5 MB |
Normale JPEG
Large |
3456 x 2304 | 1.7 MB | 1113.5 MB |
Fine
JPEG
Medium |
2496 x 1664 | 2 MB | 1310 MB |
Normale JPEG
Mieium |
2496 x 1664 | 1 MB | 655 MB |
Fine
JPEG
Small |
1728 x 1152 | 1.2 MB | 786 MB |
Normale JPEG
Small |
1728 x 1152 | 0.6 MB | 393 MB |
Altro ottimo software ( limitato però al solo post processing) è VirtualDub, software di video cattura e post processing, molto potente. Esso, pur nascendo per trattare filmati AVI, permette di gestire i frames in jpeg e di agire su una notevole varietà di paramentri per ottenere i migliori risultati ( impostazione frame rate,rapporto di riproduzione, compressione,crop, ridimensionameto immagini,filtri colore e di luminosità contrasto, gamma, scelta codec, salvataggio in vari formati ecc).
LRTimelapse, infine, è un template che si installa nelle suites di Abode, come Photoshop , estendendone le potenzialità al fine di realizzare splendide animazioni.Ottima la routine per il deflicker¹ direttamente sul file raw ( se si lavora con compressione loseless ), il pacchetto base è anche gratuito.Link qui
Per ultimo, un plugin pensato per dotare i programmi Adobe, di un filtro volto ad eliminare il problema del flicker, è a questo link: qui
Questi sono solo alcuni esempi di software largamente utilizzati, quindi in rete si possono incontrare altri prodotti ugualmente validi o magari, se più recenti, dotati di caratteristiche ancor più all'avanguardia dei precedenti.
Raspberry Pi3
Ho provato anche altre soluzioni che impiegano la piattaforma Raspberry Pi3 e sistema operativo Raspbian.
Usando la camera ufficiale del progetto ( Raspicam) e le librerie python si possono ottenere discreti risultati compilando il lavoro di Claude Pageau Raspberry PI-TIMOLO ( PI-TImelapse, MOtion, LOwLight ).
Un altro interessante pregetto è quello proposto da David Singleton. Si tratta di un controller per realizzare timelapse con reflex Canon che si interfacciano col Raspberry attraverso il noto pacchetto linux gphoto2, il quale si occupa anche del download delle immagini. Il software ImageMagick (processing ed analisi delle immagini ) effettua un rappreonto dei livelli di luminosità e regola l'esposizione per gli scatti successivi. Al terminale del lampone si possono poi variare i parametri di cattura. Il codice fa riferimento ad uno schermo touch da collegare alla porta di espansione GPIO e se lanciamo il software senza questo dispositivo, ci viene restituito un errore. Nella pagina di David, tra i commenti vi è però il link ad un file che modifica il codice per essere usato senza display.
Il progetto che (viste la prevedibile vocazione astronomica) più mi ha entusiasmato,e che impiego tutte le notti per le riprese allsky con la camera ASI 120MM (ed un'ottica CS da 1,55 mm @ f1.4) situata nei pressi del mio piccolo osservatorio astronomico a Masera ,è quello proposto da ThomasJ1, di cui egli si avvale per la cattura delle aurore nel magnifico Yukon canadese. Si tratta di un programma, scritto sempre in phyton, reperibile su GitHub, che controlla la camera, riprende frames ad intervalli ( nonché esposizione, gamma, guadagno, binning, risoluzione, bilanciamento del bianco, ecc) prestabiliti e settabili da terminale. Si collega allo script sunwait, cosa che permette al software di riconoscere se è giorno o notte ed attivare quindi la cattura. Il timelapse viene elaborato in automatico alla fine della notte e può essere inviato via ftp in uno spazio web. Veramente un ottimo lavoro.Quello che segue è un time lapse sperimentale ottenuto sulla base di frames catturati la notte del 16 Febbraio 2017.Software ed hardware sono quelli appena menzionati.
Le realizzazioni basate su Raspberry Pi3 sono a mio avviso molto interessanti. Primo perché l'unità con i suoi 1,2 Ghz di processore ed 1 Gb di memoria è ora sufficientemente potente e costa veramente poco, poi perché consuma anche poco se, rinunciando al monitor, la si gestisce da remoto ( con la piattaforma VNC ). In questo caso o anche se vi si collega il piccolo schermo touch ( 3,5") del progetto ufficiale Raspberry,il "Raspy" può essere alimentato con un' unità caricabatterie portatile per smartphones. A questo proposito ho provato ad usarne una da 8 Ah, cosa che mi ha permesso di alimentare il piccolo computer per tutta la notte, ed è residuata ancora carica.
Sempre per questa piattaforma linux o per una distro linux su di un comune PC, altri software ( seppur non pensati per questo scopo) possono essere in qualche modo utili per realizzare Timelapse:mi vengono in mente oacapture, Linguider, WxAstro ma altri ne esistono sicuramente.
Intervallometro
Come
anticipato , questo è lo strumento che
materialmente permette di impostare sulla
reflex i tempi di scatto,secondo i
concetti sopra esposti, necessari per
ottenere un T.L.
Su questi
strumenti tali tempi sono in genere
espressi con termini quali o sinonomi
di delay ( ritardo
prima dello scatto iniziale ), long (
durata dell'esposizione), int ( intervallo
tra uno scatto ed il successivo) ed n o
frames ( numero di scatti complessivamente
voluti).Gli intervallometri più ambizioni
permettono una gestione dinamica delle
rampe ( anche automatica, e in maniera non
molto dissimile dalla funzione Autoiride
delle camere CCTV ) del diaframma, degli
Iso,e del bilanciamento del bianco = Bulb
Ramping.

A volte i produttori di questi danno all' interfaccia una propria denominazione. Infatti C sta genericamente per Canon, N per Nikon, S per Sony ed O per Olimpus.
Lo standard C8 corrisponde al più comunemente noto N3, mentre il C6 è il mini jack da 2.5 mm.
Il primo che menziono è Countdown Intervalometer. In realtà questo non possiede substrato hardware.Trattasi infatti di un codec, realizzato da Andrew Hazelden, che si installa sulle camere Canon compatibili con CHD ( Canon Hack Development Kit).La pagina con la descrizione di questo promettente (e costless) strumento, ed il link per il download delle release è qui.Qualche tempo fa provai il suddetto software con la mia Canon Eos 350D, ottima anche nei timelapse astronomici, in quanto "baaderrizzata" con filtro IR-CUT ACF, e ho riscontrato non pochi bugs: timer che si inceppa, otturatore che ad un certo punto non si riapre, e altre spiacevoli evenienze.Credo che il problema risieda nello sviluppo del software che, è vero è in continuo perfezionamento, ma che verosimilmente tralascia le camere più datate.
Little Bramper. Ottimo intervallometro per reflex Canon.Seppur un po spartano ( ha un interfaccia che ricorda un Arduino ), questo prodotto si caratterizza da una molteplicità di funzioni, tra cui su tutte un ottima gestione del bulb ramping ( èuno dei pochi timer sul mercato che permette questa funzione).
Purtoppo attualmente, da quello che si legge sulla pagina interet relativa, la sua produzione è sospesa.
Video introduttivo al prodotto.
gentLED-AUTO Minuscolo intervallometro basico per muovere i primi bassi nel mondo TL, ma anche apparecchieto versatile da portare sempre con se, tenuto conto anche della notevole durata della batteria che lo alimenta. Può sacttare fino a 30', ogni 2 secondi o più.Link qui
Timelapse + è un progetto realizzato e distribuito da Elijah Parker; Tra i migliori I.in commercio, ha una dotazione completa di molte funzionalità, passando da semplice timer a bulb ramping device ( automatico anche per la regolazione ISO).Compatibile con camere Nikon e Canon, di cui supporta molti modelli ( praticamente dalla 30 D in poi, in alcuni casi con limitazioni che l'autore si propone via via di superare,con nuove releases del firmware di controllo ).Per la pagina della documentazione, seguire questo link: qui
Per acquistare il prodotto link: qui
Qui sotto il video introduttivo al prodotto. Che dire, entusiasmante!
Sembra equivalente al Canon TC 80N3 e al Nikon MC 36, ed è compatibile con svariati innesti:
Link qui
Ho acquistato questo intervallometro a meno di 70 euro, nel mese di Ottobre 2015, e a parte la pecca di cui sopra, esso funziona bene anche nel freddo più pungente.Eventualmente può essere attaccato direttamente al corpo macchina senza la mediazione del ricevitore wireless prolungando la vita delle batterie.Inoltre trasmettitore e ricevitore non sono molto potenti e seppur operando entro il raggio d'azione consentito dalle specifiche, uno spesso muro è sufficiente a far perdere il segnale.I prodotti di questa fascia sono tutti equivalenti, ma il Phottix ha una peculiarità importante: i cavetti di collegamento alla reflex sono rimovibili, questo significa che col cavo adatto si possono governare praticamente tutte le digitali presenti sul mercato.Per quanto riguarda Canon, sono compresi nel bundle un cavo con connettore C6 e C8, cosa che mi permette di usare il Phottix sia con la Eos 350D che con la 40D. Ho notato però che di tanto in tanto il time si perde qualche secondo di scatto.Cioé, impostata una sequenza di 60'' di posa + 15'' di intervallo, è capitato che l'otturatore si sia aperto dopo 73'' o anche 76''.
Per chi non si
accontenta di timelapse statici, la
soluzione si chiama eMotimo
TB3. Questo hardware permette la
realizzazione di straordinarie animazioni
da prospetive mobili, nonchèla consueta
gestione dei paramentri di ripresa.Il costo è piuttosto
sostenuto ma lo strumento vale i soldi
spesi.Link qui
Star
Adevnturer

Fasce
riscaldanti

Codec
e standard video
A spasso per la rete se ne
reperiscono molti, ognuno con pregi e
difetti.Io mi limiterò ad elencare i tre
più diffusi.Basati su MPEG-4 abbiamo l'XviD ( da cui è
derivato anche DivX
), è molto potente e scalabile. Va notato
che questo codec impone che i lati siano
in numero pari di pixels ( il DivX
richiede divisibilità orizzontale per 4 e
verticale per 2).Se ciò non dovesse
avvenire nel nostro caso, dobbiamo porvi
rimedio, mediante resampling.Il DivX è
figlio del primo, ma nel tempo ha subito
problematiche di varia natura, che hanno
finito per ridimensionare la popolarità
che possedeva nei primi anni duemila.
Flash SWF è un
altro codec largamente impiegato, che
comunque non aggiunge nulla alla bontà di
precedenti.
L'aspect ratio supportato è sia 4/3 che 16/9.
Target
quantizer
Televisioni e
monitor di ultima generazione hanno un
formato di 16/9 (HD-Ready e Full-Hd con
migliore qualità), mentre le reflex
scattano in 3/2.E' quindi inevitabile un
ridimensionamento del formato.
In 16/9 i frames saranno quindi di
1920x1080 pixel in Full-HD e di 1366x768
in Hd Ready.Quanto ai fotogrammi, 25 fps
corrispondono allo standard europeo PAL,
mentre 29 corrispondono all' americano
NTSC. Ho scelto di consigliarvi i 25 Lo
standard PAL ha il vantaggio di mantenere
la sincronizzazione col video refresh,
infatti 50hz, 100hz, 150 hz, 200hz e via
dicendo, sono divisibili con 25.
Occorre prestare attenzione ai
divisori(2,4..)richiesti dai vari codec di
compressione (come il DivX) e se
necessario adottarli in sede di
ridimensionamento dei frames, che con
VirtualDub può essere effettuato attivando
il relativo menù ( video/filters/add -
resize).
Per evitare
sgradite sorprese,prodotte da erronei
settaggi o dimenticanze,e quindi
vanificare una intera nottata di riprese (
ne so qualcosa io stesso ), ecco alcuni
punti che dovrebbero essere verificati
prima di iniziare una sessione TL
astronomica o di fenomeni affini.
- Togliere il tappo dall' obiettivo! Può sembrare strano, ma nel classico errore del fotografo della domenica, si imbattono a volte anche i più smaliziati astrofotografi, assorbiti nella pianificazione degli aspetti più complessi e dimentichi degli interventi basilari.
- Mettere a fuoco all'infinito la reflex.Se si riprendono TL al telescopio a fuoco diretto,si agirà naturalmente sul fuocheggiatore di questo.Ma nei casi più ricorrenti, si impiegheranno ottiche fotografiche. Quando un oggetto è all' infinito, per mettere a fuoco un altro oggetto ancora più lontano, non occorre ri-fuocheggiare.E' bene precisare che questa condizione non si verifica mai a fine corsa della ghiera dell' obiettivo, ma un pò prima.Ciò, privandoci di un riferimento preciso, ci obbliga ad intraprendere le operazioni di fuoco prima di cominciare, puntando un oggetto celeste planetario ( la Luna darebbe la massima garanzia ), o un soggetto terrestre ben defnito e sufficientemente lontano.Giova inoltre ricordare a questo proposito, che in ottica geometrica, un oggetto si può ritenere all' infinito, quando la sua distanza dall' osservatore è almeno pari a circa 10.000 volte la lunghezza focale dell 'ottica adottata.Nel caso supposto dal nostro esempio, tale distanza è di appena 15 metri.Per finire ricordo che per fuocheggiare all' infinito, la funzione auto fuocus della camera va disattivata.
- Impostare la camera in muanuale,( M sulle Canon ).L'ho appena detto per la messa a fuoco, ma lo stesso vale per tutte le altre funzioni,normalmente gestibiliin automatico.Dovremo quindi essere noi stessi ad impostare opportunamente i tempi di esposizione,l'apertura del diaframma,e la sensibilità ISO, sulla DSLR o sull'intervallometro ( nei limiti in cui questo lo permetta ).Va detto però che qualcuno trova utile scattare a priorità di tempi (Tv),di diaframma(Av), o giovandosi di qualche impostazione pre impostata (P), e quindi in modalità semi manuale.Ma il manuale resta l'opzione più flessibile, e proprio su questo punto si evince l'utilità della funzione bulb ramping, che aihmè pochi temporizzatori implementano.Dobbiamo giostrarci con una molteplicità di fattori e, per quel che più conta,con valori impostati una tantum, senza possibilità di intervento in corso di ripresa.Se il fenomeno che ci interessa è totalmente notturno, nessun problema.Ma nei timelapse diurni o crepuscolari ( magnifiche le animazioni del Sole che tramonta ), si assisterà a condizioni di illuminazione continuamente mutevoli.E' qui che viene in soccorso il bulb ramping, procedura che permette di variare le condizioni di scatto, adeguandole a quelle ambientali.In mancanza, si può sovraesporre ( senza saturare) i primi scatti di prova.Coll'abbassarsi dell'astro diurno, l'assorbimento atmosferico e quindi l'imbrunire, potrà venire compensato da questo accorgimento, che se opportunamente impiegato, vedrài frames centrali della sequenza opportunamente esposti e quelli agli estremi, utilizzabili senza grossi problemi.Peraltro questo scopo può essere raggiunto anche con la funzione auto bracketing, che ogni macchina fotografica digitale moderna implementa.Come noto, ad essa si ricorre per riprendere fotografie con la tecnica HDR , sommando pose con diversi tempi di esposizione ( le reflex professionali o prosumer, solitamente permettono variazioni di più stop ed anche il bracketing della gamma cromatica,degli IS0 e del diaframma ).Per la forca da utilizzare,di solito permessa entro tre posizioni, occorre sperimentare,partendo magari con variazioni di ± 1/3 di stop.Avremo in definitiva molti frames tra cui segliere quelli meglio esposti, con buona pace del povero diaframma ( ed otturatore ),che per contro verranno "leggermente" stressati!
- Procurarsi una scheda di memoria molto capiente,SD, miniSD o CF che sia.
- Alimentazione.Alimentare la camera per molte ore( magari invernali, fredde ed umide) con la batteria nativa è improponibile: durerebbe un paio di ore a dire tanto, e se è nuova.Per allungarne la durata, possimo disattivare la funzione che ci fornisce la preview,inutile per i nostri scopi e fonte di rumore,quel rumore che la camera stessa gestisce con il noise reduction.Con questo termine si fa riferimento a quello che i fotografi e gli astroimager chiamano dark frame.L'elettronica della camera scaldandosi,produce un fluso di elettroni ( una corrente elettrica ),che non è conseguenza dell' arrivo di fotoni, e che si traduce in rumore, appunto termico. Ciò si evidenzia con pixels neri o bianchi, anche con tappo sull'obiettivo ( infatti si parla anche di corrente di buio ), ed in genere con un' antiestetica grana sull'immagine.Le immagini riprese in pieno giorno, laddove il rapporto segnale rumore è favorevole,non recano questo disturbo, anche perchè il rumore risulta proporzionale alla durata dell' esposizione e alla temperatura di esercizio della camera.Un'altra componente di rumore è prodotta dalla lettura dei registri della matrice di fotositi ( redout noise).Nelle lunghe esposizioni notturne di astrofotografia,laddove registrare fotoni provenienti da lontanissimi emettitori, è un pòcome contare le gocce di acqua in un secchio, si è soliti riprendere dei frames con tappo sull'obiettivo, i dark frames appunto,( per i costosi ccd dedicati, oscurare l'ottica non è necessario,in quanto questi possiedono spesso otturatori elettromeccanici ).Questi frames vengono ripresi a temperatura, in numero e con tempi di esposizione, uguali a quelli che realmente si vogliono realizzare e da cui, una volta mediati, verranno sotratti.Ora, nella fotografia timelapse,essendo i tempi di posa quasi sempre contenuti,ricorrere al dark non è indispensabile.Se vogliamo possimao prenderne un certo numero da sottrarre al nostro lavoro finale.Ai fini di questa trattazione,occorre considerare che se abbiamo la funzione automatica di riduzione del rumore della camera inserita, assisteremo ad una inutile dupplicazione del numero degli scatti ( la posa e un esposizione buia sottratta dalla prima),un allungamento dei tempi, e in definitiva un forte contributo all' esaurimento precoce della batteria.
- Attenzione
alla condensa che inevitabilmente si
forma la notte, quando con
l'abbassamento della temperatura
esterna,l'aria riduce la propria
capacità di contenere vapore e
l'umidità relativa del 100 % (
probabile dopo la mezzanotte) conduce
alla temperatura di rugiada.Per questo
problema esistono apposite fasce
anticondensa, in definitiva delle
semplici resistenze.Sempre a causa
dellaformazione della condensa, il
suolo assorbendo acqua, subirà piccoli
smottamenti che potrebbero far variare
il campo di ripresa, o al peggio far
cadere il cavalletto.
Considerazioni
sull' usura di una reflex.
Qualsiasi dispositivo
è soggetto a ineludibile e progressivo
deterioramento con l'uso. Per quanto
rigurada le reflex questo avviene con
la morte dei pixels della matrice del
CCD o CMOS, e coi logoramenti
elettronici e meccanici. Applicando la
nostra camera per riprendere
timelapse, proprio quest'ultimo
aspetto diviene consistente in
relazione all' otturatore. La sua
durata è legata alla fascia di prezzo
della macchina; normalmente anche
quello di una camera di fascia
economica dura molti anni, ma nel
nostro caso le cose sono
diversi.Animazioni di migliaia di
frames, per relalizzare, diciamo, 5
timelapse al mese, accorceranno la
vita meccanica della reflex a non più
di qualche anno.Il problema non
risiede tanto nella velocità degli
scatti ( raffica ) che, come detto,
viene contenuta dall' inserimento
della pausa tra un frames ed il
successivo, ma dal numero di
questi.Converrebbe quindi impiegarne
una non troppo costosa, esclusivamente
per questa disciplina. Oggi esistono
anche le reflex mirrorless che
ovvierebbero al problema: da quanto mi
risulta però, la qualità delle
immagini che si ottengono non è all'
altezza di una mediocre DSLR.
Note:
Vanno anche considerate micro imperfezioni nel funzionamento meccanico del dispositivo. In genere il flickering cresce in maniera proporzionale con l'apertura.
Anche l'otturatore può generare o contribuire al disturbo, a causa delle micro vibrazioni indotte,quando si lavora in sequenza con tempi di posa molto veloci. Il software open source VitrualDub ospita un potente plugin anti flickr, chiamato MSU Deflicker filter. Come tutti gli addons per il programma, esso va scaricato nella cartella Plugins e richiamato dal menù video/filters.
11 Del resto i timelapse astronomici , per quanto mozzafiato, vanno incontro ad alcune limitazioni quanto all' utilizzo delle tecniche largamente diffuse tra i video maker "tradizionalisti". Penso al Panning, metodo fotografico, molto usato anche nei T.L, attraverso il quale l' effetto dinamico della scena, viene ottenuto sfocando lo sfondo rispetto all' oggetto in movimento,mantenuto perfettamente a fuoco.
12 I filtri ND-n si caratterizzano per un valore n al cui aumento descresce la quantità di luce che arriva al sensore.La variazione in termini di rapporto focale (f-stop) è il logaritmo in base 2 del valore indicato. Se L è il rapporto tra l'intensità luminosa che oltrepassa il filtro e quella in arrivo (rapporto che indica la sua trasmittanza), allora la densità ottica del filtro è data da -10 log10 L. La progressione numerica copre generalmente variazioni di 1 stop e vi sono filtri variabili. Esempi:
ND 0 APERTURA RELATIVA =1 RIDUZIONE F-STOP=0 TRASMITTANZA = 1 DENSITA' OTTICA =1
ND2 APERTURA =1/2 RIDUZIONE=1 TRASMITTANZA= 0,5 DENSITA'=0,3
ND8 APERTURA =1/8 RIDUZIONE F-STOP =3 TRASMITTANZA = 0,125 DENSITA'= 0,9
ND64 APERTURA=1/64 RIDUZIONE F-STOP=6 TRASMITTANZA=0,0156 DENSITA'=1,8
Timelapseitalia
CHDK per Canon Eos 3550 D. Pacchetto hack di estensione delle funzioni del software nativo imbarcato sulle camere Canon.E' necessario per far girare Countdown Intervalometer. Occorre tener presente che se la procedura di installazione del kit non avvenisse con successo, ne potrebbero derivare danni irreversibili alla camera!
Fotografia Timelapse:Attrezzature,tecniche e
teoria per catturare in immagini lo scorrere
del tempo.Di Stefano Armanini.