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Timelapse


Timelapse, scorrimento del tempo.Il prodotto finale di un timelapse èinfatti un filmato che scorre ( e lo deve fare ) a velocità tale da permettere all'occhio  umano, attraverso il fenomeno della persistenza retinica, di percepire un flusso ininterrotto di immagini. Questo si verifica quando il frame rate ( fotogrammi al secondo), è uguale o superiore a 20 fps. Ciò che rende estremamente suggestiva ed anzi unica questa particolare tecnica, è la possibilità di condensare in pochi istanti, lo svolgersi di un intero evento ( naturalistico, astronomico ecc..), cioè il fattore di accelerazione della ripresa di un evento fisico rispetto al suo ordinario fluire .Nota:La tecnica timelapse, per quanto molto simile, si distingue dallo stopmotion in quanto in quest'ultimo caso vengono animate solo le variazioni, i movimenti che intercorrono nello scenario inquadrato. Per realizzare un timelapse occorre ovviamente una camera di ripresa ( anche una compatta può andar bene ) , un' interfaccia che permetta di scattare automaticamente ad un  intervallo temporale presecelto, un numero di pose anch'esse previamente stabilite, e magari di variare l'esposizione a seconda delle condizioni di illuminazione, naturalmente mutevoli, per eventi di più ore che attraversino il giorno,il crepuscolo e la notte ( bulb ramping, vedi oltre ). Un oggetto del genere viene chiamato intervallometro; ne esistono in commercio ( costosi quelli "originali") con vario grado di complessità , ma possono anche essere realizzati artigianalmente. Volendo si può fare a meno dell' intervallometro, ma il prezzo da pagare è quello di doversi portare  appresso un PC, col relativo problema di durata delle batterie.Infine occorrono un software di montaggio delle immagini ed un codec di compressione del filmato finale.Qualcuno, spinto dagli ottimi risultati ottenuti,si perfeziona e realizza piattaforme a  binari scorrevoli su cui agganciare le camere, che quindi permettono riprese mobili ( dolly ).

Quanto alla pianificazione di ripresa ( segnatamente astronomica ma in genere di qualunque tipo), si può procedere così:
  1. Individuiamo dapprima l'evento che ci interessa, la sua estensione angolare e per quanto parte della sua durata fisica, ci interessa immortalarlo.
  2. Cerchiamo il tempo si esposizione opportuno.Parlando ormai esclusivamente il linguaggio digitale, anche la fotografia astronomica può giovarsi di camere, anche quelle non dedicate, dai valori di sensibilità( efficienza quantica ), elevata, rispetto a quelle di tipo SLR.Nella scelta dei tempi per un buon timelapse, occorre mediare tra due estremi:da un lato,il rischio di elongazione dei singoli frames, e dall' altro quello di una profondità di ripresa insufficiente.Si auspica infatti che lo scenario immortalato,sia quanto più suggestivo possibile, e cioèricco di oggetti astronomici ben delineati nelle loro strutture tipiche, e di stelle corrette geometricamente nella forma e non sature.E' pur vero però, che un retaggio dell' astrofotografia analogca, suggerirebbe un leggero effetto mosso sugli astri meno luminosi, e ciò al fine di meglio evidenziare la loro presenza, spesso nascosta dietro alle rumorose disomogeneità del fondo della grana fotografica.Anche nell' era digitale quest' ultimo problema sussiste sotto forma di rumore, ma data la sensibilità delle camere moderne, non credo che, tenuto conto della relativa brevità delle singole esposizioni, esso possa apprezzabilmente inficiare la gradevolezza di un lavoro timelapse.Le considerazioni di questo punto sono naturalmente legate alle sole riprese astronomiche e non a quelle naturalistiche,laddove non si hanno problemi di mosso fotografico.
  3.  Individuiamo l'intervallo di tempo che deve intercorre tra uno scatto e quello successivo. Questo sarà ovviamente comprensivo del tempo di posa e di una opportuna pausa, necessaria a dare modo all' elettronica di scaricare l' immagine sulla memoria della camera o sull' hard disk del PC e soprattutto a  calibrare l'accelerazione del filmato. L' importanza di questo punto è di tutta evidenza ove si consideri che gli alti due fattori coivolti, tempo di esposizione e frame rate, sono sempre più o meno vincolati. L'accelerazione dovrà essere tanto maggiore, quanto maggiore è la durata della scena chi ci preme catturare: nello sbocciare di un fiore o nello svezzamento di un pollus di merlo, l'evoluzione dei dettagli di ripresa non sarà veloce come quella delle gemme del cielo notturno.Se adottassimo gli stessi parametri in entraanbi i casi, avremmo, rispetto a quello astronomico, un timelapse naturalistico con molti più frames,molta memoria occupata,un filmato finale molto lungo ma di una noia mortale,tale da snaturare le potenzialità della tecnica, che fa presa proprio perchè permette di enfatizzare il dinamismo delle riprese.
  4. Dividiamo la durata reale del fenomeno per l' intervallo cosi ottenuto ed otteniamo il numero totale di frames che ci occorrono.
  5. Il rapporto tra questi ultimi ed il frame rate ci dirà poi quale sarà la lunghezza del nostro filmato finale accelerato.


          iss timelapse



NASA/Don Pettit


Quindi decido di riprendere un filmato del moto della volta celeste centrato sulla costellazione del Toro ( punto centrale del campo avente declinazione 15.5°), con una Canon Eos 350 D modificata con filtro Baader ACF ( che aumeta notevolmente la risposta spettrale nella riga h-alpha dell' idrogeno ed in genere su tutto lo spettro visibile, tagliando la componente IR ).




                    Montaggio di alcuni brevi timelapse di tracce polari eseguiti a Masera (VB)



Il sensore di questa Eos possiede un fattore di crop di 1.6, quindi le sue dimensioni sono di 22.2*14.8 mm, sui lati e di 26.7 mm sulla diagonale.Venendo all' obiettivo, è naturale ammettere che quanto migliore è la sua qualità, tanto più appaganti saranno le immagini.Nella fotografia astronomica e nei timelapse, questo è tanto piùvero se si considera la necessità di lavorare con diaframma molto aperto, e quindi ai limiti della resa ottica.Credo che tra quelli progettati per uso con le digitali, i migliori siano i classe " L " della Canon, perltro molto costosi.Sarebbe poi opportuno optare per un obiettivo a focale fissa, perchè sempre più luminoso rispetto ad uno zoom.Quanto alla focale, un timelapse astronomico, portà ricomprendere scorci di suggestivi panorami
, solo se si monta un' ottica a grande campo. Io adopero un Canon 10-22 mm EF-S, 1:3.5-4.5 USM, portato a 15 mm.

Con l'ausilio della seguente formula

con d ed f in millimetri.
ottengo un campo inquadrato sulla diagonale di 83°e sui due lati, di 73°* 52.5°, corrispondenti a circa 3834 gradi quadrati di cielo ripreso.E' naturale poi, che col metodo timelapse non si inseguano gli oggetti, dovendo il cielo ruotare nelle nostre riprese, per effetto del moto diurno terrestre.

Una regoluccia, nata nell' era analogica e nota come regola dei 600, permetteva di stimare la durata massima di un esposizione senza inseguimento,in cui le stelle erano ancora puntiformi.Semplicemente si divideva  600 per la focale usata e si otteneva il riferimento in secondi.Con l'avvento del digitale, e la conseguente maggior evidenza del mosso sui pixel rispetto all' emulsione, si è scesi fino alla regola dei 300.Più puntuale è la seguente formula, tratta da " Il libro dei Telescopi" di Walter Ferreri,che considera anche la declinazione dell' astro:



La formula è impostata per il formato 35 mm, quindi nel caso delle DSLR consumer, occorre tener conto del fattore moltiplicativo ( in questo caso, come detto, di 1.6 X ).
Ciò,in relazione alle riprese centrate sul Toro, porta a circa circa 24" di esposizione.Ma come tutte le relazioni empiriche esigono,la formula va usata prudentemente.Quindi imposteremo lo shutter a 23 secondi.
Consideriamo poi un tempo di pausa di 10 secondi, opportuno grantire il  download delle singole immagini e per dimensionare il rapporto dei tempi , cioè l'accelerazione del filamato finale.
Quindi fissiamo l'intervallo tra una posa e l'altra a 33 secondi.
Se ci troviamo in inverno, a medie latitudini settentrionali, e con riferimento all' oggetto prescelto, potremo decidere ( montagne permettendo nel nord Italia ) di condensare nel timelapse, lo spazio temporale di una intera nottata. Quindi 6 ore buone, 21600 secondi.
Si ottengono cosi :




Optando per un frame rate di 24 fps, si ottiene un filmato di 





ed una accelerazione di





Ed infatti , il rapporto tra i 21600 secondi del filmato e la sua accelerazione, dà proprio 27 secondi di filmato condensato.

Ma 655 fotogrammi, occupano uno spazio notevole sul supporto di registazione ( in questo caso Compact Flash ).Anzitutto il formato di registrazione può tranquillamente essere il jpg, dal momento che per questi scopi esso ha una resa dignitosa, e poi la gestione del raw sarebbe quasi improponibile , per lo spropositato peso che avrebbe il filmato, in termini di gigabytes!
Qui sotto ho riportato una tabella con varie qualitàdi salvataggio del formato jpg, le relative dimensioni ed il peso dei singoli files della Eos 350 D. E' evidente che, per dimensioni sostenute, nel gestire la totalità dei files interlacciati a dare un filmato, e nel caricare il risultato sul web, si va incontro a inconvenienti superabili solo con l' impiego di un idoneo Codec di compressione video.



Formato
Dimensioni immagine  in pixel
Spazio occupato sulla scheda C.F Dimensioni file del timelapse
 senza compressione aggiuntiva
Fine JPEG           Large
3456 x 2304 3.3 MB 2161.5 MB
Normale JPEG   Large
3456 x 2304 1.7 MB 1113.5 MB
Fine JPEG           Medium
2496 x 1664 2 MB 1310 MB
Normale JPEG   Mieium
2496 x 1664 1 MB 655 MB
Fine JPEG           Small
1728 x 1152 1.2 MB 786 MB
Normale JPEG   Small
1728 x 1152 0.6 MB 393 MB




                                                     Software

Programmi utili ve ne sono parecchi e per molte piattaforme, e alcune valide alternativi sono gratis altre open source in ambiente sia Win che Unix. Ve ne sono di due tipologie a seconda che si occupino sono dell'aquisizione dei frames, del successivo editing o di entrambe le cose. LRTimeLapse ed Abode Premiere , entrambi a pagamento, sono gli unici ad implementare entrambi i processi.

Validissimo, seppur limitato alla fase di acquisizione èGBTimelapse, software commerciale ( ma che può essere testato in modalità demo) che pianifica e gestisce in modo automatico molti aspetti relativi a bulb rambing (autoramp) permettendo di realizzare un vero Holy Grail. Indica quando applicare e rimuovere i filtri a densità neutra ( se utilizzati), permette di calibrare le ottiche fisse  e visulazza anteprime live view e grafici in funzione delle variabili relative al time lapse pianificato. Conosce inoltre le condizioni di alba e tramonto del luogo grazie alle effemeridi.Permette di impostare orario di inizio e fine dgli scatti. Può funzionare anche come più semplice scatto remoto. GBTimelapse lavora sostanzialmente secondo due logiche di autoramp: manuale o bulb. Con la prima il software può controllare la reflex entro intervalli tipici di 1/3 di stop, mentre la seconda è molto più potente in quanto la reflex viene gestita in centesimi di stop.In modo bulb le sottili variazioni nelle transizioni dal crepuscolo alla notte e dalla notte all' alba sono gestibili in modo ottimale.Le reflex vanno selezionate tra tre gruppi  e la Eos 350D, appartenendo all' ultimo, non può purtroppo essere gestita in modalità bulb.Gli astrofili hanno munito questa inflazionata (e molto spesso modificata) camera di circuito seriale per lo scatto remoto ( il solo cavo usb permette pose fino a 30"), ma GBTLimelapse non lo riconosce. Con la Eos 40D ( ed ottica Canon EF-S 10-22 mm )non ho invece avuto problemi.
Altro ottimo software ( limitato però al solo post processing) è VirtualDub, software  di video cattura e post processing, molto potente. Esso, pur nascendo per trattare filmati AVI,  permette di gestire i frames in jpeg e di agire su una notevole varietà di paramentri per ottenere i migliori risultati ( impostazione frame rate,rapporto di riproduzione, compressione,crop, ridimensionameto immagini,filtri colore e di luminosità contrasto, gamma, scelta codec, salvataggio in vari formati ecc).
Viene distribuito senza costi sotto lo standard GNU/GPL. Per quanto VirtualDub sia piuttosto completo, e in continua espansione, potrebbe essere necessario impiegare programmi specificamente dedicati alla grafica, per migliorare singoli frames o pacchetti di essi, quanto a difetti,inestetismi,artefatti, luci,livelli, luminosità,contrasto, saturazione e quant'altro.
Inutile dire che il miglior softare in circolazione è Adobe Photoshop ( tra quelli liberi spicca Gimp ).Essendo irrealistico agire sui sigoli frames uno alla volta, risulta gradito l'impiego delle azioni di automazione di PS (batch processing).


Per quanto attiene alle tracce stellari centrate sul polo celeste, e anche alla loro basilare animazione, un programma interessante è Startrails:link.

Sempre in tema di software, ricca di sviluppi applicativi è poi la piattaforma Magic Lantern, che si interfaccia alle reflex Canon di nuova generazione, ma che non funziona con tutte quelle più vecchiotte, come la Eos 350D, che comunicano col PC attraverso  Camera Window.


LRTimelapse, infine, è un template che si installa nelle suites di Abode, come Photoshop , estendendone le potenzialità al fine di realizzare splendide animazioni.Ottima la routine per il deflicker¹ direttamente sul file raw ( se si lavora con compressione loseless ), il pacchetto base è anche gratuito.Link qui


Per ultimo, un plugin pensato per dotare i programmi Adobe, di un filtro volto ad eliminare il problema del flicker, è a questo link: qui
Questi sono solo alcuni esempi di software largamente utilizzati, quindi in rete si possono incontrare altri prodotti ugualmente validi o magari, se più recenti, dotati di caratteristiche ancor più all'avanguardia dei precedenti.

Raspberry Pi3

Ho provato anche altre soluzioni che impiegano la piattaforma Raspberry Pi3 e sistema operativo Raspbian.
 Usando la camera ufficiale del progetto ( Raspicam) e le librerie python si possono ottenere discreti risultati compilando il lavoro di Claude Pageau  Raspberry PI-TIMOLO ( PI-TImelapse, MOtion, LOwLight ).
Un altro interessante pregetto è quello proposto da David Singleton. Si tratta di un controller per realizzare timelapse con reflex Canon che si interfacciano col Raspberry attraverso il noto pacchetto linux gphoto2, il quale si occupa anche del download delle immagini. Il software ImageMagick (processing ed analisi delle immagini ) effettua un rappreonto dei livelli di luminosità e regola l'esposizione per gli scatti successivi. Al terminale del lampone si possono poi variare i parametri di cattura. Il codice fa riferimento ad uno schermo touch da collegare alla porta di espansione GPIO e se  lanciamo il software senza questo dispositivo, ci viene restituito un errore. Nella pagina di David, tra i commenti vi è però il link ad un file che modifica il codice per essere usato senza display.

Il progetto che
(viste la prevedibile vocazione astronomica) più mi ha entusiasmato,e che impiego tutte le notti per le riprese allsky con la camera  ASI 120MM (ed un'ottica CS da 1,55 mm @ f1.4) situata nei pressi del mio piccolo osservatorio astronomico a Masera ,è quello proposto da ThomasJ1, di cui egli si avvale per la cattura delle aurore nel magnifico Yukon canadese. Si tratta di un programma, scritto sempre in phyton, reperibile su GitHub, che controlla la camera, riprende frames ad intervalli ( nonché esposizione, gamma, guadagno, binning, risoluzione, bilanciamento del bianco, ecc) prestabiliti e settabili da terminale. Si collega allo script sunwait, cosa che permette al software di riconoscere se è giorno o notte ed attivare quindi la cattura. Il timelapse viene elaborato in automatico alla fine della notte e può essere inviato via ftp in uno spazio web. Veramente un ottimo lavoro.Quello che segue è un time lapse sperimentale ottenuto sulla base di frames catturati la notte del 16 Febbraio 2017.Software ed hardware sono quelli appena menzionati.



Le realizzazioni basate su Raspberry Pi3 sono a mio avviso molto interessanti. Primo perché l'unità con i suoi 1,2 Ghz di processore ed 1 Gb di memoria è ora sufficientemente potente e costa veramente poco, poi perché consuma anche poco se, rinunciando al monitor, la si gestisce da remoto ( con la piattaforma VNC ). In questo caso o anche se vi si collega il piccolo schermo touch ( 3,5") del progetto ufficiale Raspberry,il "Raspy" può essere alimentato con un' unità caricabatterie portatile per smartphones. A questo proposito ho provato ad usarne una da 8 Ah, cosa che mi ha permesso di alimentare il piccolo computer  per tutta la notte, ed è residuata ancora carica.

Sempre per questa piattaforma linux o per una distro linux su di un comune PC, altri software ( seppur non pensati per questo scopo) possono essere in qualche modo utili per realizzare Timelapse:mi vengono in mente oacapture, Linguider, WxAstro ma altri ne esistono sicuramente.



Intervallometro



Come anticipato , questo è lo strumento che materialmente permette di impostare sulla reflex  i tempi di scatto,secondo i concetti sopra esposti, necessari per ottenere un T.L.
Su questi strumenti tali tempi sono in genere espressi con termini quali o sinonomi di  delay (  ritardo prima dello scatto iniziale ), long ( durata dell'esposizione), int ( intervallo tra uno scatto ed il successivo) ed n o frames ( numero di scatti complessivamente voluti).Gli intervallometri più ambizioni permettono una gestione dinamica delle rampe ( anche automatica, e in maniera non molto dissimile dalla funzione Autoiride delle camere CCTV ) del diaframma, degli Iso,e del bilanciamento del bianco = Bulb Ramping.


Il mercato sforna prodotti elettronici, e quindi anche temporizzatori, quasi sempre di produzione cinese, ad un ritmo vertiginoso.Per potersi orientare,occorre comunque conoscere in anticipo che tipo di innesto ci serve per la nostra camera.A questo scopo, nell'immagine qui sotto è riportata tutta la casistica di connettori pere digital reflex che sono, o sono state presenti sul mercato.



connettori


Connessioni per intervallometri e accessori delle varie reflex digitali.
A volte i produttori di questi danno all' interfaccia una propria denominazione. Infatti C sta genericamente per Canon, N per Nikon, S per Sony ed O per Olimpus.
Lo standard C8 corrisponde al più comunemente noto N3, mentre il C6 è il mini jack da 2.5 mm.




Tornando agli intervallomentri esterni,qui di seguito elenco alcuni validi prodotti, segnatamente per le DSLR Canon, che conosco o di cui ho letto note lusinghiere.


Il primo che menziono è Countdown Intervalometer. In realtà questo non possiede substrato hardware.Trattasi infatti di un codec, realizzato da  Andrew Hazelden, che si installa sulle camere Canon compatibili con CHD ( Canon Hack Development Kit).La pagina con la descrizione di questo promettente (e costless) strumento, ed il link per il download delle release è qui.Qualche tempo fa provai il suddetto software con la mia Canon Eos 350D, ottima anche nei timelapse astronomici, in quanto "baaderrizzata" con filtro IR-CUT ACF, e ho riscontrato non pochi bugs: timer che si inceppa, otturatore che ad un certo punto non si riapre, e altre spiacevoli evenienze.Credo che il problema risieda nello sviluppo del software che, è vero è in continuo perfezionamento, ma che verosimilmente tralascia le camere più datate.


Canon: sicuramente i più costosi in relazione a ciò che in molti casi offrono, sono disponibili con attacchi N3 e mini jack; i più economici sono poco più che scatti remoti, altri sono decisamente più performanti ma anche esageratamente costosi (TC-80N3).Valide altrenative alle soluzioni del merchio in questione, sono ormai acquistabili a prezzi molto contenuti, su Ebay.



Little Bramper. Ottimo intervallometro per reflex Canon.Seppur un po spartano ( ha un interfaccia che ricorda un Arduino ), questo prodotto si caratterizza da una molteplicità di funzioni, tra cui su tutte un ottima gestione del bulb ramping ( èuno dei pochi timer sul mercato che permette questa funzione).
 Purtoppo attualmente, da quello che si legge sulla pagina interet relativa, la sua produzione è sospesa.
Video introduttivo al prodotto.




Aputure Intervallometri essenziali nelle funzioni, ma onesti: fanno ciò che promettono, ed il loro consto è molto contenuto.Se abbiamo più camere, possiamo pianificare di acquisirne vari esemplari, senza svenarci.


gentLED-AUTO Minuscolo intervallometro basico per muovere i primi bassi nel mondo TL, ma anche apparecchieto versatile da portare sempre con se, tenuto conto anche della notevole durata della batteria che lo alimenta. Può sacttare fino a 30', ogni 2 secondi o più.Link qui

Timelapse + è un progetto realizzato e distribuito da Elijah Parker; Tra i migliori I.in commercio, ha una dotazione completa di molte funzionalità, passando da semplice timer a bulb ramping device ( automatico anche per la regolazione ISO).Compatibile con camere Nikon e  Canon, di cui supporta molti modelli ( praticamente dalla 30 D in poi, in alcuni casi con limitazioni che l'autore si propone via via di superare,con nuove releases del firmware di controllo ).Per la pagina della documentazione, seguire questo link: qui
Per acquistare il prodotto link: qui

Qui sotto il video introduttivo al prodotto. Che dire, entusiasmante!




 


Phottix Aion Wireless TR-90 Versione wireless di una serie di temporizzatori della Phottix.E' uno dei più facilmente reperibili in Italia, mentre qualità e prezzo sono buoni. Questo timer / intervallometro, ha come punto di forza anche la possibilità funzionare con svariati modelli di reflex, semplicemente sostituendo il cavetto.In particolare è compatibile con camere Nikon, Canon, Olympus e Sony.Interessante anche la funzione autobracketing che permette di spingersi fino all' ultima frontiera della sperimentazione: l'HDR timelapse!
Sembra equivalente al Canon TC 80N3 e al Nikon MC 36, ed è compatibile con svariati innesti:
N6 ( mini jack per camere come Eso 350 D ed affini ), N8, N 10, C6, C8, O6, S6

Purtoppo questo come molti altri prodotti analoghi, ha una pecca che in passato mi ha fatto desistere dall' acquistarlo: il numero totale di scatti preimpostabili,è limitato a 199, che sono troppo pochi per qualunque animazione timelapse.E' vero che è possibile impostare il numero su infinito, ma in tal caso gli scatti terminano solo col nostro intervento, premendo il tasto di arresto.Quindi per fare T.L con questo aggeggio o presidiamo la camera o ci troveremo verosimilmente con un gran numero di scatti inutilizzabili ( si pensi ad animazioni iniziate la notte che andranno inevitabilmente oltre i primi bagliori dell'alba.Quando la mattina scenderemo a stoppare la camera,avremo un sacco di pose inutili).
Link qui

Ho acquistato questo intervallometro a meno di 70 euro, nel mese di Ottobre 2015, e a parte la pecca di cui sopra, esso funziona bene anche nel freddo più pungente.Eventualmente può essere attaccato direttamente al corpo macchina senza la mediazione del ricevitore wireless prolungando la vita delle batterie.Inoltre trasmettitore e ricevitore non sono molto potenti e seppur operando entro il raggio d'azione consentito dalle specifiche, uno spesso muro è sufficiente a far perdere il segnale.I prodotti di questa fascia sono tutti equivalenti, ma il Phottix ha una peculiarità importante: i cavetti di collegamento alla reflex sono rimovibili, questo significa che col cavo adatto si possono governare praticamente tutte le digitali presenti sul mercato.Per quanto riguarda Canon, sono compresi nel bundle un cavo con connettore C6 e C8, cosa che mi permette di usare il Phottix sia con la Eos 350D che con la 40D. Ho notato però che di tanto in tanto il time si perde qualche secondo di scatto.Cioé, impostata una sequenza di 60'' di posa + 15'' di intervallo, è capitato che l'otturatore si sia aperto dopo 73'' o anche 76''.

Arduino

Per chi non si accontenta di timelapse statici, la soluzione si chiama eMotimo TB3. Questo hardware permette la realizzazione di straordinarie animazioni da prospetive mobili, nonchèla consueta gestione dei paramentri di ripresa.Il costo è piuttosto sostenuto ma lo strumento vale i soldi spesi.Link qui


Star Adevnturer


Il valido astro inseguitore di casa SkyWatcher, permette anche il controllo dell' otturatore delle reflex e la realizzazione di timelapse in movimento.Infatti oltre alla velocità siderale, la motorizzazione ( sul solo asse di ascensione retta),può operare ad altre velocità, facendo compiere all' asse orario un percorso di andata e ritorno in un tempo selezionabile tra alcune logiche di funzionamento direttamente correlate al tempo di scatto.Possedendo lo Star Adventurer, posso dire che l'idea non è malvagia.Peccato che le combinazioni possibili siano piuttosto rosicate, cosa che pregiudica fortemente la composizione tecnica della scena.Manca inoltre la funzione per il bulb Ramp.Sfruttando però le sole opzioni sul moto e dotandosi di intervallometro esterno, si può emulare un dolly molto semplice.














                                 Fasce riscaldanti

Quiando si pianifica un timelapse notturno per la prima volta,non ci si pensa, ma quando si è sul campo e si constata che ahinoi la temperatura ha raggiunto il punto di rugiada e l'umidità relativa arriva al 99%, sulla nostra costosa ottica si forma la condensa.Il breve filmato presentato sopra, ad un certo punto evidenzia proprio questo dannoso effetto.Occorre allora comperare o autocostruirsi una fascia anticondensa.Presso un rivenditore di articoli per astronomia il prezzo medio è di 100 € (regolatore e fascia piccola per DSLR).Con la costruzione in proprio si superano appena i 10 €.Io ne ho realizzata una per i miei obiettivi fotografici (77 mm di diametro).Prendendo spunto da precedenti realizzazioni di bravi astrofili, ho individuato in 2,5 watt la potenza complessiva in grado di  bilancire opportunamente efficacia riscaldante e consumi.Come suggeritomi, il numero di resistenze idonee a distribuire al meglio il calore ( e che per semplifictà ho deciso di collegare in serie), è di una decina.Con alimentazione a 12 VDC, si ottiene una resistenza totale di 57,6 ohms, ed individuale di 5,76 ohms.Non ricordo bene, ma mi pare che le resistenze da me acquistate siano proprio di tale impedenza.Ad ogni modo si può chiedere in negozio un resistore dal valore più vicino a quello calcolato. L'assorbimento risulta di 0,21 A.Impiegando una batteria analoga a quella della mia fida Honda Hornet, con capacità di 12 Ah, la durata sarebbe di ben 60 ore.Considerando anche l'assorbimento per l' alimentazione esterna della reflex, e ponderando prudenzialmente le stime in funzione anche della temperatura esterna ( che intorno a 0°C può anche a dimezzare la durata delle batterie al piombo), arrivo in tutta tranquillità a 2 intere notti astronomiche.Il costo, come anticipato è molto contenuto: 3,5 € per 10 resistenze (da 2,5 Watt max.), 2 € per 1 metro di cavo bibolare da 1 mmq, 3,5 € per un connettore maschio da accendisigari o RCA.Le resistenze in serie vengono infine infilate un una guaina termorestringente (2 €) e fissate ad un anello di velcro che il fissaggio opportuno (1 €).La realizzazione proposta nell' immagine è un prototipo, ma a dispetto della fattura un poco spartana, funziona già egregiamente, basta tensionare il velcro per garantire aderenza alla superficie esterna del materiale che contiene il gruppo ottico.


Bulb Ramping


Ad eccezione dei casi in cui ci si indirizzi a  sessioni diurne incentrate sul nostro Sole, magari in un contesto di velature irregolari del cielo, o che scavalcano il dì e superato il crepuscolo, si proiettano verso la notte,le tradizionali animazioni astronomiche non richiedono generalmente la variazione continua dei parametri di scatto,già opportunamente prescelti in fase di pianificazione¹¹.Nei timelapse con fortissime variazioni di luminosità( giorno-tramonto-notte e viceversa), o comunque in tutti quei casi in cui se ne ravvisi l' opportunità, in soccorso dell' imager viene una funzione, implementata peraltro in  pochissimi intervallometri, nota come bulb ramping,che se realizzata alla perfezione diventa un Holy Gray, un Sacro Graal.Il bulb ramping viene ottenuto mediante variazione del tempo di esposizione ma anche dell' apertura,della sensibilità ISO e l'impiego (e successiva rimozione)di filtri a densitàneutra (ND)12 che allungando i tempi di esposizione diura minimizzano il problema del flickering e rendono più armoniosa la transizione tra condizioni di luminosità molto diverse tra loro. .E' chiaro che se si comanda la camera da  PC è  più agevole usufruire del bulb ramping attraverso uno dei software che lo consentano.Il prezzo è di doversi portare appresso computer e batteria al piombo da auto/moto!.




Codec e standard video

Terminato il lavoro di acquisizione e di post processing, è necessario adoperari per rendere il filmato finale, sicuramente imponente, gestibile specialmente sul web.A questo scopo esistono i cosiddetti codec ( COdificatore-DECodificatore ) , vale a dire algoritmi più o meno potenti, di compresione video, che operano attraverso un procedimento di quantizzazione delle parti di un immagine, da riprendere in quella successiva.Un dato codec compie questa operazione o comprimendo senza ancoraggio a immagini precedenti ( files più nitidi ma pesanti) o mediante codifica delle aree modificate rispetto alle immagini che precedono: le parti uguali sono eliminate.Col termine keyframe si indica quell'opzione mediante la quale si indica ogni quante immagini il frames che fa da riferimento,deve essere scartato per uno nuovo.

A spasso per la rete se ne reperiscono molti, ognuno con pregi e difetti.Io mi limiterò ad elencare i tre più diffusi.Basati su MPEG-4 abbiamo l'XviD ( da cui è derivato anche DivX ), è molto potente e scalabile. Va notato che questo codec impone che i lati siano in numero pari di pixels ( il DivX richiede divisibilità orizzontale per 4 e verticale per 2).Se ciò non dovesse avvenire nel nostro caso, dobbiamo porvi rimedio, mediante resampling.Il DivX è figlio del primo, ma nel tempo ha subito problematiche di varia natura, che hanno finito per ridimensionare la popolarità che possedeva nei primi anni duemila.
Flash SWF è un altro codec largamente impiegato, che comunque non aggiunge nulla alla bontà di precedenti.

Infine merita una menzione l' H 264, il codec dei filmati caricati su You Tube e dei filmati in  Blu ray.
L'aspect ratio supportato è sia 4/3 che 16/9.

Target quantizer

Televisioni e monitor di ultima generazione hanno un formato di 16/9 (HD-Ready e Full-Hd con migliore qualità), mentre le reflex scattano in 3/2.E' quindi inevitabile un ridimensionamento del formato.
In 16/9 i frames saranno quindi di 1920x1080 pixel in Full-HD e di 1366x768 in Hd Ready.Quanto ai fotogrammi, 25 fps corrispondono allo standard europeo PAL, mentre 29 corrispondono all' americano NTSC. Ho scelto di consigliarvi i 25 Lo standard PAL ha il vantaggio di mantenere la sincronizzazione col video refresh, infatti 50hz, 100hz, 150 hz, 200hz e via dicendo, sono divisibili con 25.


Occorre prestare attenzione ai divisori(2,4..)richiesti dai vari codec di compressione (come il DivX) e se necessario adottarli in sede di ridimensionamento dei frames, che con VirtualDub può essere effettuato attivando il relativo menù ( video/filters/add - resize).


Check list.

Per evitare sgradite sorprese,prodotte da erronei settaggi o dimenticanze,e quindi vanificare una intera nottata di riprese ( ne so qualcosa io stesso ), ecco alcuni punti che dovrebbero essere verificati prima di iniziare una sessione TL astronomica o di fenomeni affini.

  1. Togliere il tappo dall' obiettivo! Può sembrare strano, ma nel classico errore del fotografo della domenica, si imbattono a volte anche i più smaliziati astrofotografi, assorbiti nella pianificazione degli aspetti più complessi e dimentichi degli interventi basilari.
  2. Mettere a fuoco all'infinito la reflex.Se si riprendono TL al telescopio a fuoco diretto,si agirà naturalmente sul fuocheggiatore di questo.Ma nei casi più ricorrenti, si impiegheranno ottiche fotografiche. Quando un oggetto è all' infinito, per mettere a fuoco un altro oggetto ancora più lontano, non occorre ri-fuocheggiare.E' bene precisare che questa condizione non si verifica mai a fine corsa della ghiera dell' obiettivo, ma un pò prima.Ciò, privandoci di un riferimento preciso, ci obbliga ad intraprendere le operazioni di fuoco prima di cominciare, puntando un oggetto celeste planetario ( la Luna darebbe la massima garanzia ), o un soggetto terrestre ben defnito e sufficientemente lontano.Giova inoltre ricordare a questo proposito, che in ottica geometrica, un oggetto si può ritenere all' infinito, quando la sua distanza dall' osservatore è almeno pari a circa 10.000 volte la lunghezza focale dell 'ottica adottata.Nel caso supposto dal nostro esempio, tale distanza è di appena 15 metri.Per finire ricordo che per fuocheggiare all' infinito, la funzione auto fuocus della camera va disattivata.
  3. Impostare la camera in muanuale,( M sulle Canon ).L'ho appena detto per la messa a fuoco, ma lo stesso vale per tutte le altre funzioni,normalmente gestibiliin automatico.Dovremo quindi essere noi stessi ad impostare opportunamente i tempi di esposizione,l'apertura del diaframma,e la sensibilità ISO, sulla DSLR o sull'intervallometro ( nei limiti in cui questo lo permetta ).Va detto però che qualcuno trova utile scattare a priorità di tempi (Tv),di diaframma(Av), o giovandosi di qualche impostazione pre impostata (P), e quindi in modalità semi manuale.Ma il manuale resta l'opzione più flessibile, e proprio su questo punto si evince l'utilità della funzione bulb ramping, che aihmè pochi temporizzatori implementano.Dobbiamo giostrarci con una molteplicità di fattori e, per quel che più conta,con valori impostati una tantum, senza possibilità di intervento in corso di ripresa.Se il fenomeno che ci interessa è totalmente notturno, nessun problema.Ma nei timelapse diurni o crepuscolari ( magnifiche le animazioni del Sole che tramonta ), si assisterà a condizioni di illuminazione continuamente mutevoli.E' qui che viene in soccorso il bulb ramping, procedura che permette di variare le condizioni di scatto, adeguandole a quelle ambientali.In mancanza, si può sovraesporre ( senza saturare) i primi scatti di prova.Coll'abbassarsi dell'astro diurno, l'assorbimento atmosferico e quindi l'imbrunire, potrà venire compensato da questo accorgimento, che se opportunamente impiegato, vedrài frames centrali della sequenza opportunamente esposti e quelli agli estremi, utilizzabili senza grossi problemi.Peraltro questo scopo può essere raggiunto anche con la funzione auto bracketing, che ogni macchina fotografica digitale moderna implementa.Come noto, ad essa si ricorre per riprendere fotografie con la tecnica HDR , sommando pose con diversi tempi di esposizione ( le reflex professionali o prosumer, solitamente permettono variazioni di più stop ed anche il bracketing della gamma cromatica,degli IS0 e del diaframma ).Per la forca da utilizzare,di solito permessa entro tre posizioni, occorre sperimentare,partendo magari con variazioni di ± 1/3 di stop.Avremo in definitiva molti frames tra cui segliere quelli meglio esposti, con buona pace del povero diaframma ( ed otturatore ),che per contro verranno "leggermente" stressati!
  4. Procurarsi una scheda di memoria molto capiente,SD, miniSD o CF che sia.
  5. Alimentazione.Alimentare la camera per molte ore( magari invernali, fredde ed umide) con la batteria nativa è improponibile: durerebbe un paio di ore a dire tanto, e se è nuova.Per allungarne la durata, possimo disattivare la funzione che ci fornisce la preview,inutile per i nostri scopi e fonte di rumore,quel rumore che la camera stessa gestisce con il noise reduction.Con questo termine si fa riferimento a quello che i fotografi e gli astroimager chiamano dark frame.L'elettronica della camera scaldandosi,produce un fluso di elettroni ( una corrente elettrica ),che non è conseguenza dell' arrivo di fotoni, e che si traduce in rumore, appunto termico. Ciò si evidenzia con pixels neri o bianchi, anche con tappo sull'obiettivo ( infatti si parla anche di corrente di buio ), ed in genere con un' antiestetica grana sull'immagine.Le immagini riprese in pieno giorno, laddove il rapporto segnale rumore è favorevole,non recano questo disturbo, anche perchè il rumore risulta proporzionale alla durata dell' esposizione e alla temperatura di esercizio della camera.Un'altra componente di rumore è prodotta dalla lettura dei registri della matrice di fotositi ( redout noise).Nelle lunghe esposizioni notturne di astrofotografia,laddove registrare fotoni provenienti da lontanissimi emettitori, è un pòcome contare le gocce di acqua in un secchio, si è soliti riprendere dei frames con tappo sull'obiettivo, i dark frames appunto,( per i costosi ccd dedicati, oscurare l'ottica non è necessario,in quanto questi possiedono spesso otturatori elettromeccanici ).Questi frames vengono ripresi a temperatura, in numero e con tempi di esposizione, uguali a quelli che realmente si vogliono realizzare e da cui, una volta mediati, verranno sotratti.Ora, nella fotografia timelapse,essendo i tempi di posa quasi sempre contenuti,ricorrere al dark non è indispensabile.Se vogliamo possimao prenderne un certo numero da sottrarre al nostro lavoro finale.Ai fini di questa trattazione,occorre considerare che se abbiamo la funzione automatica di riduzione del rumore della camera inserita, assisteremo ad una inutile dupplicazione del numero degli scatti ( la posa e un esposizione buia sottratta dalla prima),un allungamento dei tempi, e in definitiva un forte contributo all' esaurimento precoce della batteria.
    1. Attenzione alla condensa che inevitabilmente si forma la notte, quando con l'abbassamento della temperatura esterna,l'aria riduce la propria capacità di contenere vapore e l'umidità relativa del 100 % ( probabile dopo la mezzanotte) conduce alla temperatura di rugiada.Per questo problema esistono apposite fasce anticondensa, in definitiva delle semplici resistenze.Sempre a causa dellaformazione della condensa, il suolo assorbendo acqua, subirà piccoli smottamenti che potrebbero far variare il campo di ripresa, o al peggio far cadere il cavalletto.




Considerazioni sull' usura di una reflex.


Qualsiasi dispositivo è soggetto a ineludibile e progressivo deterioramento con l'uso. Per quanto rigurada le reflex questo avviene con la morte dei pixels della matrice del CCD o CMOS, e coi logoramenti elettronici e meccanici. Applicando la nostra camera per riprendere timelapse, proprio quest'ultimo aspetto diviene consistente in relazione all' otturatore. La sua durata è legata alla fascia di prezzo della macchina; normalmente anche quello di una camera di fascia economica dura molti anni, ma nel nostro caso le cose sono diversi.Animazioni di migliaia di frames, per relalizzare, diciamo, 5 timelapse al mese, accorceranno la vita meccanica della reflex a non più di qualche anno.Il problema non risiede tanto nella velocità degli scatti ( raffica ) che, come detto, viene contenuta dall' inserimento della pausa tra un frames ed il successivo, ma dal numero di questi.Converrebbe quindi impiegarne una non troppo costosa, esclusivamente per questa disciplina. Oggi esistono anche le reflex mirrorless che ovvierebbero al problema: da quanto mi risulta però, la qualità delle immagini che si ottengono non è all' altezza di una mediocre DSLR.




Note:


1 Il flicker ( termine che possiamo tradurre come sfarfallio o internittenza )è quel disturbo che si riscontra nelle sequenze animate, specie se riprese in formato jpg, a causa di repentine ed irregolari variazioni di illuminazione o anche a causa di limiti e inopportuni settaggi di camera e obiettivi.Anche quando questi fattori vengono controllati,il disturbo si può manifestare a causa di una ineludibile conseguenza relativa al funzionamento del diaframma di una DSLR: esso a riposo è sempre totalmente aperto e si chiude al valore impostato solo al momento della posa, un istante prima dell' otturatore.Ma tra uno scatto e l'altro, la risposta meccanica della reflex non è lineare, e ciò determina una lievissima oscillazione della luce in ingresso che se impercettibile nel singolo scatto, diventa evidente tra un frame e l'altro in una tipica sessione timelapse o stop motion.Ne sono esenti le lenti a controllo manuale, in quanto il diaframma rimane sempre nella posizione impostata.Anche l'impiego di filtri ND può essere di aiuto.


Vanno anche considerate micro imperfezioni nel funzionamento meccanico del dispositivo. In genere il flickering cresce in maniera proporzionale con l'apertura.


Può essere minimizzato lavorando con frames raw e su impostazioni manuali, o in post produzione, attraverso opportuni filtri forniti da applicativi software specifici.Ottima soluzione è adoperarsi per tenere il diaframma sempre in posizione di scatto,attraverso il controllo della profondità di campo,tenendolo premuto  mentre si disattiva l'ottica.
Anche l'otturatore può generare o contribuire al disturbo, a causa delle micro vibrazioni indotte,quando si lavora in sequenza con tempi di posa molto veloci. Il software open source VitrualDub ospita un potente plugin anti flickr, chiamato MSU Deflicker filter. Come tutti gli addons per il programma, esso va scaricato nella cartella Plugins e richiamato dal menù video/filters.

11 Del resto i timelapse astronomici , per quanto mozzafiato, vanno incontro ad alcune  limitazioni quanto all' utilizzo delle tecniche largamente diffuse tra i video maker "tradizionalisti". Penso al Panning, metodo fotografico, molto usato anche nei T.L, attraverso il quale l' effetto dinamico della scena, viene ottenuto sfocando lo sfondo rispetto all' oggetto in movimento,mantenuto perfettamente a fuoco.
12 I filtri ND-n si caratterizzano per un valore n al cui aumento descresce la quantità di luce che arriva al sensore.La  variazione in termini di rapporto focale (f-stop) è il logaritmo in base 2 del valore indicato. Se L è il rapporto tra l'intensità  luminosa che oltrepassa il filtro e quella in arrivo (rapporto che indica la sua trasmittanza), allora la densità ottica del filtro è data da -10 log10 L.  La progressione numerica copre generalmente variazioni di 1 stop e vi sono filtri variabili. Esempi:
ND 0 APERTURA RELATIVA =1   RIDUZIONE F-STOP=0       TRASMITTANZA = 1               DENSITA' OTTICA =1
ND2  APERTURA =1/2                  RIDUZIONE=1                       TRASMITTANZA= 0,5             DENSITA'=0,3   
ND8  APERTURA =1/8                  RIDUZIONE F-STOP =3       TRASMITTANZA = 0,125       DENSITA'= 0,9
ND64 APERTURA=1/64               RIDUZIONE F-STOP=6         TRASMITTANZA=0,0156      DENSITA'=1,8


Link utili:
Timelapseitalia


CHDK
per Canon Eos 3550 D. Pacchetto hack di estensione delle funzioni del software nativo imbarcato sulle camere Canon.E' necessario per far girare Countdown Intervalometer. Occorre tener presente che se la procedura di installazione del kit non avvenisse con successo, ne potrebbero derivare danni irreversibili alla camera! 


Fotografia Timelapse:Attrezzature,tecniche e teoria per catturare in immagini lo scorrere del tempo.
Di Stefano Armanini.