Teoria
Un'
eresia illuminata. Di Andrea Betlamini |
Agli inizi del
Seicento, il padre Domenicano di Nola,
Giordano Bruno, pagò con la vita, e nel
peggiore dei modi, la colpa di aver
ipotizzato una pluralità di Mondi. Egli,
campione di antidogmatismo, in un epoca
ancora fortemente impregnata di
oscurantismo, immaginò un Universo
infinito, costellato di una molteplicità
di stelle, simili al nostro Sole, ma più
deboli perchè assai distanti e confinate
al di fuori del nostro dominio.Stimolato
dalle idee del cardinale tedesco
Nicola Cusano, reinterpretò molti istituti
dell'iconografia cristiana. Sempre mosso
dal pensiero di Cusano, e guidato dalla
stella polare della ragione, diede inoltre
cittadinanza alla possibilità della vita
altrove. Fu soprattutto il rifiuto del
geocentrismo di stampo
aristotelico-tolemaico, a suscitare lo
sdegno della Santa Inquisizione, che
respinta l' abiuria ed il pentimento
operoso cattolico, lo mise al rogo e al
pubblico dileggio, in Campo dei Fiori a
Roma, il 17 Febbraio 1600. "Forse avete
più paura voi nel condannarmi che non io
nel subire la condanna", furono le ultime,
immorali ed immortali parole, di questo
gigante del pensiero.
Giordano Bruno - Ritratto da "Livre du recteur" (1578) -University of Geneva |
Giordano
Bruno ci ha lasciato un eredità notevole.
Egli fu il naturale continuatore di
quell'opera di conciliazione tra i crismi
della fede ed i dettami della ragione, che
iniziata con Sant Agostino trovò poi
plastica espressione in Antonio
Rosmini. L' esperienza personale del
nolano, spesa interamente all'abbattimento
di quei costrutti ormai caracollanti
sul piano della legittimazione teoretica,
ebbe tanta parte nella Via Crucis verso la
luce, di quelle idee tanto
rivoluzionarie, che cominciavano a
circolare per l'Europa del XVII
secolo. Una cosmologia talmente
illuminata, da non attribuire poi neppure
alcuna centralità al Sole., anticipando la
visione di un Universo senza un vero
centro. Per la verità, il "De
Rivolutionibus" di Bruno, fondava le
proprie radici su idee che, qua e là,
timidamante affioravano già nel mondo
antico. Ipparco da Nicea, nel II secolo
a.e.v , aveva concettualmente
ipotizzato l'esistenza di strutture
paragonabili alla Via Lattea. Lo stesso
fecero nel Settecento Kant , che per esse
ricorse alla ben nota categoria
degli "universi isola" e William
Herschel . Ma si deve al metodo di
indagine galileiano , dopo l'introduzione
del cannocchiale in astronomia, il merito
di aver mostrato la reale consistenza
della nostra Galassia, che ad occhio nudo
appare come un fioco oggetto diffuso e
indistintamente lattiginoso, ma che in
realtà risulta costituita da una
miriade di stelle.
La scienza moderna ci
ha dischiuso le galassie , consacrandole
come immani agglomerati di stelle, gas e
polveri legati dalla forza di
Guardando la
Via Lattea dal Cile, con occhi
diversi: quelli smarriti dell'
uomo di Neanderthal e
quelli sofisticati di ALMA
( Atacama Large
Millimetric/Submillimetric Array
).
|
gravità.
L'unità di misura di una galassia,
Esse
non sono agglomerati di stelle, semmai
sono spesso la nursery, l' officina in
cui, per mezzo di contrazioni
gravitazionali, queste si assemblano ed
emettono i primi gemiti. Oggetti diversi
dunque, ma per quanto possa sembrare
strano, questa è scoperta relativamente
recente!. Il sasso venne lanciato da Edwin
Hubble e da un elettricista suo
collaboratore, allorchè, all' oculare del
telescopio Hale da 254 cm ,dell'
osservatorio di Monte Wilson in
California, si interessò della natura di
Andromeda. La pietra miliare della
cosmologia moderna, la scoperta
dell'espansione dell'Universo, fu la
Pierre Paul Rubens - La nascita della Via Lattea -1636 |
Galaxi'as
Kuklos
Con l' eccezzione delle Nubi di
Magellano e di quella di Andromeda,
visibili chiaramente ad occhio nudo,
dalla Terra possiamo osservarle
solamente al telescopio.
Esse allora si presentano
ai nostri occhi secondo varie
prospettive.Al tale scopo si definisce
inclinazione (i), l'angolo formato tra
la linea visuale dell'osservatore e la
normale al piano mediano della galassia.
Questo può variare tra 0°, e la galassia
sarà allora osservata di faccia (face-on),
e 90°, ed allora essa apparirà di taglio (edge-on).
Approssimandone la forma ad un cerchio,
possiamo usare la trrigonometria e,
considerando a e b i semiassi dell'ellissi
galattica, scrivere i=arc cos
(b/a). Ma è attraverso
gli strumenti spaziali che, pur non
mutando la prospettiva, i margini
osservativi si ampliano. Si ritiene che le
ottiche del telescopio spaziale
Hubble siano in grado di risolvere
qualcosa come 50 miliardi di Galassie.
Anche senza scomodare dati numerici da
capogiro, è oggi assodato e anzi a tutti
banalmente evidente, che queste strutture
siano lontanissime. Percorrendo distanze
nello spazio si viaggia anche nel tempo;
Se M31, ad esempio, si trova a oltre 2
milioni di anni luce, noi la vediamo
come era 2 milioni di anni fa; è
allora che partirono quei fotoni che
oggi giungono a noi, stimolando la
retina dei nostro occhi nelle notti
serene. La velocità della luce è
elevatissima, ma se l'Universo è quello
che è,ciò è dovuto ad una fondamentele
caratteriscita della luce e della
radiazione elettromagnetica in genere: la
sua velocità è finita! Nel percorrere ad
una tale velocità la vastità del Cosmo, la
luce impiega del tempo .
Galassia
edge-on. NGC 5866, è una galassia a
disco di tipo S0 situata nella
costellazione del Draco. Distanza 44 milioni di a.l e diametro di circa 60,000 a.l. La sua massa è simile a quella della Galassia. Immagine:NASA, ESA, and The Hubble Heritage Team (STScI/AURA) |
Vi è un oggetto, poco
poeticamente denominato 8C 1435+635, che
possiede uno spostamento verso il rosso (
Z ) di 4.25. Il dato traduce il suo
allontanamento alla velocità di 4.25 volte
quiella della luce. Un giorno sparirà
dalla vista, semplicemente perchè i suoi
fotoni verranno verso di noi ad una
velocità inferiore di quella alla quale si
allontanano a causa dell'espansione
(attualmente lo possiamo ancora osservare
perchè quando quei fotoni
partirono, l'Universo era più piccolo,
tale galassia era più vicina a noi, e la
sua velocità di regresso minore della
velocità della luce ). Guardando 8C
, noi osserviamo l'Universoquando aveva solo
qualche miliardo di anni, laddove oggi si
ritiene ne abbia 13,7. A causa dell'
espansione, l'Universo potrebbe avere oggi
un raggio di 78 miliardi di km! Il
raggio di quello osservabile,
sarà evientemente di 13,7 miliardi di anni
luce.
I lontani agglomerati che chiamiamo galassie ,non hanno ne una struttura ne una distribuzione spaziale omogenea, quantomeno nell 'Universo che possiamo osservare.

Un fascio laser verso il centro della Via Lattea.Immagine di Yuri Beletsky, ESO Photo Ambassador - Osservatorio Astronomico del Paranal, Chile - 6 agosto 2010. |
Quasi tutto il
materiale visibile dell'Universo è
aggregato in esse, d'altro canto, le
associazioni di galassie occupano appena
il 5% del volume a disposizione nello stesso Universo.

Universo
matematico:NGC 6872, classe SBb,
sembra descrivere il simbolo di
integrale. La compagna interagente è di tipo S0.Credit: ESO |

Omega
Centauri, l'ammasso
globulare più esteso dei
circa 150 che popolano il
cielo ossevabile.Situato
nella costellazione del Centauro, si
crede che ospiti circa 300 mila soli. |
Importante, anche al fine
della scala cosmica delle distanze, è la
distribuzione quasi sempre sferica che
caratterizza i globulari (una
distribuzione più appiattita è stata
osservata sporadicamente in altre
galassie). Infatti, a causa di tale geometria, quelli della
Via Lattea possono essere considerati
tutti alla stessa distanza da
noi. Possiamo assumere che anche la
loro distanza dal nucleo, sia confondibile
con la nostra. Le componenti sono
della Popolazione II, stelle vecchie,
evolute in giganti rosse. La Struttura
morfologica degli ammassi globulari è feconda di
conseguenza cosmologiche: una tale
distribuzione suggerisce che la nube da
cui condensò la Galassia,
Classificazione
Nel 1925
Edwin Hubble,
nell'ambito di una analisi
sistematica, adottò un criterio
di sistemazione morfologica
delle galassie,oggi superato
perchè generico e non totalmente
corretto, noto come sequenza
di Hubble o diagramma
a diapason.
Questo schema venne poi affinato da altri astronomi, in particolare grazie ai contributi degli astronomi Gerard de Vaucouleur e di Sidney Van den Bergh. Si trattava , è bene precisarlo, di una distinzione qualitativa. Che diventava molto approssimativa con oggetti di bassa luminosità superficiale , perchè sommersi dal fondo cielo, o con estensione troppo esigua, perchè di difficle emersione dalle stelle della Via Lattea.
Le galassie a disco (S) le abbiamo già incontrate. Esse costituiscono il 60% di tutti i tipi riscontrabili. In esse il processo formativo di nuove stelle è regolare e costante. Inoltre, disponendo di abbondanza di gas, pari in alcuni casi al 15% della massa complessiva , sono ancora feconde nel partorire nuovi astri. Per l'identificazione delle strutture caratteristiche di queste galassie, Hubble si riferì ad alcuni criteri sistematici : l'estensione del bulge rispetto al disco, l' apertura dei rami spiraliformi e il loro allontanamento dallo stesso bulge.
Celebre immagine dell' astronomo Edwin Powell Hubble |
Infine
l'abbondanza relativa tra stelle
e regioni HII nel disco (le
regioni delle rutilanti nebulose
ad emissione, addensamenti di
gas che si rivelano grazie
al processo di
ricombinazione degli elettroni
col nucleo dell'atomo di
idrogeno, precedentemente
ionizzato dalle emissioni
ultraviolette di stelle giovani
e calde presenti nelle nubi

Originaria classificazione delle galassie proposta da Hubble nel 1925 |
Esse
sotto molteplici aspetti si
comportano come le normali
barrate, ma ulteriori tratti
peculiari, impediscono di
risolverle in esse. In
particolare
la materia della regione
centrale, risulta
disomogeneamente ovalizzata e
orientata verso la struttura a
barre,senza
però raggiungerla.
Lo
stesso astronomo canadese,
osservò poi sostanziali diversità
nel
comportamento dei
bracci in prossimità del nucleo.
Si avvide, cioè, del fatto che
alcune spire raggiungevano e si
connettevano al nucleo.Altre
giungevano solo a lambire una
sorta di anello circolare
fittizzio attorno ad esso.
Ancora una volta si rese
necessaria una revisione, che portò all'
aggiunta rispettivamente del pedice (s)
ed (r),
alle classi note. Abbiamo cosi a puro
titolo d'esempio notazionale, le (Sas) e
le (Scr) e le Sbc(rs). Completarono
l'opera i tipi intermedi (sr) e
(rs).
Se infine l'anello si trova all'esterno
del disco, la consueta denominazione venne
anticipata da (R), come nel caso
dell'oggetto del catalogo di Messier,
posto al numero 77 ( M77). Questo dipende
dal fatto che il disco non ruota sincrono
con la struttura a spirale; nel caso
contrario il disco sarebbe sincrono. Alla
base di questi comportamenti peculiari,
stanno fenomeni detti di risonanza.
Questa ulteriore distinzione rese definitivamente evidente l'inadeguatezza del mero criterio classificatorio di tipo osservativo, rendendosi necessario l'impiego di dati di più preciso valore astrofisico.
I bracci del
disco delle spirali sono
costituiti da stelle giovani e
calde di Popolazione I. Le
vecchie stelle di Popolazione
II, sono ubicate invece nel
nucleo e nell'alone luminoso. Il
tutto è immerso nel materiale
interstellare e nel gas, e ancor
più intensamente nella stretta
della materia oscura.
In questa rappresentazione di Charles Francis si evidenzia il moto dei gas in una galassia a spirale bisimmetrica. Ingoing = verso l'nterno, outgoing = in uscita. |
Riscontriamo anche gli stessi elementi strutturali delle galassie a disco, se non fosse che il disco qui è assente. Oggi si sa che ai primordi, questi oggetti ruotavano più lentamente degli altri tipi galattici, cosi da subire energiche interazioni gravitazionali. Ciò giustificherebbe la loro precoce attività formativa di stelle. La simmetria sferica le fa assomigliare ad enormi ammassi globulari. Anzi, questi astri sono spesso organizzati proprio in ammassi globulari, con una densità stellare che decresce dal centro verso l'esterno .Contengono stelle vecchie e poco massive, formatesi entro il primo miliardo di anni di vita della galassia. La classificazione introdotta per esse, si incentra principalmente sul grado di riproduzione di questa struttura: abbiamo otto sottoclassi, dalle E0, che sono sferiche, alle E7, allungate a forma di sigaro. In una ellisse con a e b sono indicati rispettivamente i semiassi maggiore e minore. Sappiamo dalla geometria analitica che la sua eccentricità (e) è data da
Cosi se n=0 (cioè a=b), la galassia, che chiameremo E0, avrà forma circolare. Se n=7, la galassia E7 avrà ellitticità 0.7 ed eccentricità 0.95.
Va
comunque sottolineato che la
forma è fortemente influenzata
dalla prospettiva dalla quale le
osserviamo, potendo formazioni
percepite come sferiche, essere
in realtà affusolate se, per
avventura, potessimo coglierle
dal loro polo nord. Le stelle
contenute sono vecchie giganti
rosse e tale appare generalmente
il colore complessivo di una
galassia ellittica, determinato
proprio dalla detenzione di un
infinità di fotoni provenienti
dalle sue stelle. Studi accurati
hanno mostrato la quasi totale
assenza di materiale e gas (che
laddove presente è spesso
ionizzato) da cui si possa
innescare il processo generativo
di nuove stelle. In un secondo
momento, Hubble aggiunse anche
la classe delle giganti
ellittiche (cD).
In queste, una regione centrale
analoga a quella delle
ellittiche normali, è cinta da
un debole ed esteso alone di
stelle. Da ultimo si è data
cittadinanza anche alle ellittiche
nane (dE)
che spesso sono satelliti di
altre galassie.
Possono essere barrate ( SBO ) oppure no ( SO ma anche SA0 ).Le sottoclassi sono del tipo S01.....S0n ( non barrate , senza o con banda ) oppure SB01...2B0n ( barra appena sporgente dal bulge o più stretta e marcata ).
Come le spirali possiedono un disco di stelle, un bulbo luminoso e un alone diffuso; qui però tutte queste strutture sono meno appariscenti. Inoltre non vi è traccia di bracci a spirale e ve ne è poca di materiale interstellare. Per anni, sulla base delle premesse poste dagli studi di Hubble, si pensò che l'evoluzione delle galasse fosse un percorso tra tipi morfologici: nascessero cioè ellittiche ed evolvessero in irregolari. Ciò si rivelò scorretto, ed oggi sappiamo che nel processo evolutivo di una galassia , l'elemento determinante è principalmente il rateo formativo di nuove stelle. Sarebbero ellittiche le galassie in cui tale processo è avvenuto attraverso isolati meccanismi operanti nel passato, che hanno esaurito in poco tempo tutto il materiale interstellare necessario. Per contro sarebbero a disco, quelle in cui tale processo si sia svolto e si svolga ancora adesso, in modo meno drammatico, attraverso un graduale e moderato consumo di materiale di costruzione. Determinanti in questo senso, possono essere fattori gravitazionali, quali interazioni, collisioni ed in ultima analisi, fusioni tra galassie. Quando due galassie interagiscono, le immani forze mareali innescano onde di pressione che attivano processi formativi stellari, lasciando ben presto le componenti prive di gas e polveri, necessari per nuovi processi formativi.

Tipi galattici più esotici sono le galassie Nane e quelle genericamente definite "peculiari". Le prime compaiono in tutte le classi viste e, come detto, subiscono quasi sempre l' attrazione gravitazionale di strutture ben più grandi, fino a diventare satelliti orbitanti di queste ultime.
Per galassie peculiari si indendono oggetti con caratteristiche diverse da quelle tradizionalmente riconosciute,quanto ad emissoni di natura ed intensità
atipica( vedi le galassie attive e quelle di Seyfert,
Il
quintetto di Stephan,
ovvero collisioni galattiche in atto.
Alla distanza di circa 280 milioni di
anni luce, abbiamo un esempio di sistema
gravitazioneale con blande emissioni-x,
e galassie a spirale, ad uno più
sviluppato e dominato dalle galassie
ellittiche e caratterizzato da massiccie
emissioni di raggi-x. |
caratterizzate
da emissioni radio e
infrarosse dal
nucleo) o in
relazione a fenomeni
di
interazioni,scontri
e
Con immagini ad alta risoluzione del telescopio Hubble,si è rinvenuto ciò che rimane della vecchia struttura dei bracci a spirale, a dimostrazione che un tempo, la cinematica di queste galassie non era affatto peculiare.Nella regone centrale si riscontrano, come conseguenza dell' interazione, regioni HII di formazione stellare.
Magnifico
lavoro
classificatorio,
rispecchiante il
vecchio
diagramma a
forca di Edwin
Hubble, del team
del Telescopio
Spaziale
Spitzer. |
Origini : frugando tra le carte
di Dio
Il metodo migliore, e sicuramente più analitico, si basa però sulla stima del tempo occorrente affinchè,compiendo un percorso a ritroso, le distanze che apprezziamo oggi tra le galassie, si riducano alla singolarità iniziale dell' evento genetico dell'Universo, evento oggi accolto in maniera quasi unanime. Col termine singolarità intendendosi uno stato estremamente denso di materia e radiazione, venutosi a creare forse dal nulla ( ma le condizioni alla base di questo "parto" forse non le conosceremo mai) e da cui tutto ciò che è a noi concepibile, prese le mosse. E' questa via che ci guida quindi anche alla legittimazione della teoria cosmologica del Big Bang, che ci colloca in un Universo finito, nel tempo e nello spazio (anche se a rigore sarebbe concettualizzabile un Universo che abbia avuto sin dalla sua comparsa, un estensione infinita) . In definitiva, la scienza ci colloca in un Universo che deve avere avuto origine, 13.7 miliardi di anni fa, da un evento genetico noto come Big Bang.

Come può esso conoscersi in ogni sua parte , mantenersi uguale , e come fa l' informazione a viaggiare da un capo all'altro del cielo, se dopo il Big Bang, nulla ha avuto tempo di percorrerlo avanti e indietro?
Espansione dell'Universo.
Quelle sferoidali possono essere
galassie( o meglio ammassi galattici) |
L'Inflazione
avrebbe inoltre
omogeneizzato il continuum
spazio-temporale,
rendendo l'Universo, come
le osservazioni
suggeriscono, piatto o
euclideo. Ma cosa è
esattamente
l'Inflazione? Tanto
per cominciare , almento
per una volta,non ci si
riferisce alle
speculazioni sui
mercatifinanziari o
all'aumento dei prezzi
!!L'Inflazione in questo ambito
designa la sintesi
cosmologica di quel
complesso di teorie (in
modo speciale le Grandi
Teorie Unificate e la
meccanica quantistica) che
si propondono di
descrivere i primissimi
istanti di vita
dell'Universo e

La
superficie di un pallone gonfiato per un
tempo prolungato, può dirsi piatta. |
Ma già nel
1917 Willem de Sitter
pescò dal cilindro della
Relatività Generale una
"curiosità matematica" che
faceva leva su di una
espansione esponenziale
dello spazio tempo, che
però
Un ultima considerazione.Se l'Universo inflazionario era omogeneo, da dove venivano quelle irregolarità necessarie per produrre galassie, ammassi di galassie e superammassi? Una rivalutazione dei modelli basati sull'Inflazione finì per ricomprendere nella teoria queste fluttuazioni quantistiche, unitamente alla previsione di marcatori, nella forma di radiazioni gravitazionali, conseguenti di tali increspature.Fluttuazioni che ora dovrvano recare l'impronta della distribuzione irregolare di materia ed energia.Occorreva però trovarle,e fino a che ciò non fosse avvenuto, l'ambiente continuava a nutrire qualche timore, che quel meraviglioso castello interpretativo, potesse crollare. Ma negli anni Novanta, il satellite COBE finalmente le trovò ( vedi più sotto nella trattazione).In definitiva l'inflazione coglie nel segno, perchè non vi è altra teoria che possa giustificare la diffusa omogeneità dell'Universo e contenga al contempo la dose di irregolarità, che si colgono nella distribuzione delle galassie e nel comportamento della radiazione di fondo cosmico, anche se ad oggi,data la sensibilità delle misure in gioco,nessun rivelatore ha ancora scovato alcuna radiazione gravitazionale. L' espansione ( del tessuto dello spazio-tempo ) trova fondamento nella forza repulsiva, ancora operante, conseguente all'evento genetico; una forza contrasta dalla gravità esercitata dalla materia partorita , e naturalmente agente in modo attrattivo. Proprio sulla falsariga di queste opposte tendenze, si articolano le dinamiche che sanciranno in definitiva il destino ultimo del nostro Universo.

Questo
spettro ottico reca inconfondibile
l'impronta dell'espansione
dell'Universo.
Credito:Georg
Wiora Quelle nere orizzontali sono alcune righe in assorbimento caratteristiche di un elemento presente sia nell'atmosfera solare (sinistra) e nel Superammasso di galassie noto come BAS11 (d estra).Notare come nel secondo caso, esse siano tutte spostate verso la parte rossa dello spettro. |
sempre è agevole individuare il piano di riferimento di tale moto), cioè orientata lungo la linea visuale, della velocità di stelle e pianeti. Il segno algebrico è negativo per oggetti in avvicinamento ( la stella di Barnard nella costellazione dell'Ophiuco, fa registrare -108 Km/s). Salve le precisazioni di cui sopra (nell'Universo in espansione non si può usare la metrica della geometria euclidea per le coordinate spaziali della sorgente) , tale effetto rigorosi. La sua formulazione generale è
Dall'equazione sopra riportata segue che
In termini matematici
Un esempio può chiarire meglio.Se lo spettroscopio accoppiato ad un telescopio, registrasse uno shift (blu o rosso) ,supponiamo di 5 Aº (1 Angstrom=10^-1 nm), sulla riga H-alpha dell'idrogeno (situata nella serie di Balmer a 6562.8 A° e abbondante nel mezzo interstellare;è responsabile del colore rutilante delle nebulose ad emissione come quella di Orione), avremmo una velocità radiale di circa 228 km/s. E' chiaro che l'espansione del'Universo è sempre caratterizzata da uno spostamento verso il rosso, ma ciò non toglie che gli oggetti astronomici, per un reale movimento fisico, possano anche essere blushiftati. E' il caso della galassia di Andromeda, che si sta minacciosamente avvicinando alla Via Lattea, con cui si fonderà tra qualche miliardo di anni.La formula Doppler sopra descritta è di tipo non relativistico.Fino ad una velocità radiale di circa 5000 km/s, lo scarto tra le variazioni di lambda tra questa formula e quella relativistica è dello 0.85%. Ove le differenze diventano marcate,occorre introdurre quella relativistica, che è espressa da
Occorre poi accennare al
fatto che ,per allontanarsi da un campo di
forze gravitazionali, un sistema di
particelle( da una molecola fino ad un
intera galassia) perde energia. Anche in
tal caso si assiste ad uno spostamento
verso il rosso delle righe spettrali, ma
il processo responsabile è ben diverso da
quello fin qui descritto, ed è noto come redshift
gravitazionale.
Redshift
cosmologico .Per un osservatore situato
al centro del campo gravitazionale, le
regioni periferiche appaiono spostate
verso il rosso.
Credito:Systemizer |
L'equazione
che lo descrive è, che può
tranquillamente essere semplificata in
, G è la
costante di gravitazione universale, M è la
massa da cui avviene l'allontanamento, c è
la consueta velocità della radiazione
elettromagnetica nel vuoto, r
il
raggio di quel campo di forze.
Derivando queste
formule direttamente dalla Relatività
Generale,ed essendo misurabile,
seppur ancora oggi con qualche incertezza,
un valore anche per il nostro Sole (in
effetti è più agevole la misura su Sirio
B), individuato in circa 0.64 Km/s, si
ottiene anche per questa via una conferma
della bontà delle predizioni einsteniane.
Infine il
tutto può essere scritto nella notazionecon Rsc
raggio di Schwarzschild. Questo raggio
venne introdotto dall'astrofisico tedesco
Carl Schwarzschild
nello studio di quelle
condizioni superaddensate di materia che
portano alle stelle di neutroni o ai buchi
neri. Un buco nero è tale perchè da esso
non può fuggire neppure la luce, come
dimostrò alla fine del 1700 Simon de
Laplace, ancora sulla base della meccanica
classica. Sappiamo infatti che uno dei
fondamenti della fisica afferma che in un
sistema conservativo( non sottoposto a
rilevanti forze esterne) l'energia
si conserva, dunque indicando con K
l'energia cinetica ed U
quella potenziale,la loro somma deve
essere nulla. Abbiamo quindi
La velocità di fuga di un sistema di particelle in un campo gravitazionale generato da un corpo di massa M e raggio r , è la minima velocità che permette a tale sistema di arrivare all'infinito con velocità nulla rispetto al corpo stesso. E all'infinito la nostra massa m possiede energia potenziale e cinetica pari entrambe a 0. Eguagliando allora le energie, semplificando ed esplicitando in v, otteniamo
Le
più autorevoli
interpretazione dell
equazioni di campo della
Ralatività einsteniana,ci
consegnano poi un Universo
finito (anche nello
spazio, seppur con volume
in aumento) ma illimitato
(come la superficie di una
sfera). In esse, lo
spazio-tempo origina in un
brodo primordiale e
finisce
nell'attrorciliamento di
dimensioni di un
buco nero o in un Big
Crunch. cosi come
interpreatate da Lamaitre
e poi da Alexander
Freedman, e che
semplicemente non
ammettevano un Universo
statico. Ma dato che
questa era convinzione
largamente invalsa, prima
degli studi sul redshift
compiuti da Hubble,
Einstein per piegare il
proprio apparato teorico
ad un tale Universo ,
dovette introdurre una
costante cosmoslogica che
poi (pare) definì
<il più grande
errore della mia vita>.
Sappiamo come andarono le
cose, ma in una
prospettiva cosmologica
più ampia, tale costante è
però riaffiorata come una
sorta di quintessenza, di
energia del vuoto, tale
forse da spiegare
quell'accelerazione
dell'espansione, pure
osservata negli ultimi
decenni.
Questi, nei
tempi morti che
necessariamente presentava
questo genere di attività,
decisero di non
giocare a carte!
Collaborando con un gruppo
di lavoro radioastronomico
che cercava qualche eco del
Big Bang, decisero di
modificare un antenna horn
di 6 metri installata a
Holmdel, nel New Jersey, che
era progettata per ricevere
segnali dai satelli di
telecomunicazione della
costellazione Echo. L' idea
che nell'Universo vi fosse
un impronta della Grande
Esplosione, sotto forma di
radiazione a temperatutra
appena sopra lo 0 Kelvin,
non era nuova negli anni
Sessanta del secolo scorso.
Era già stata introdotta per
via speculativa, da quel
genio, troppo presto messo
da parte, che fu
George Gamow e dal suo
gruppo di lavoro costituito
da Ralph Alpher e Robert
Herman, già negli anni
Quaranta. Questi sostenevano
che tutti gli elementi
fossero stati prodotti
appena dopo il Big
Bang.Seppur non corretta, in
quando solo l'idrogeno e
l'elio furono creati in
quelle condizioni
primordiali,questa visione
di fatto preannunciava
l'esistenza del CBR. Per
sintetizzare quegli
elementi, l'Universo giovane
doveva infatti essere
estremamente caldo, ma
Robert
Wilson a sinistra ed Arno Penzias, di
fronte all ' antenna horn della Bell Laboratories a Crawford Hill, a Holmdel nel New Jersey. Da questo relativamente modesto strumento, nel 1965 venne una delle scoperte più importanti della storia della scienza. Immagine: archivi U.S Federal Government. |
l'espansione
avrebbe raffreddato la sua
radiazione fino a quella
tipica di un corpo nero
freddo.
Con un' attività che
oggi diremmo di "serendipità",
i due si imbatterono in un
rumore radio,
proveniente
uniformenete da tutto il
cielo, e non da una
direzione preferenziale,
come sarebbe stato
ragionevole ritenere, in
caso di un normale disturbo
in radionatura. Per giungere
a tale risultato,i due ,
prima calibrarono l'apparato
di ricezione sulla
radiosorgente Cassiopeia A e
poi attraverso la mappatura
della Galassia sulla riga a
21 cm dell'idrogeno
neutro.Rimossero poi
tutte le ragionevoli fondi
di rumore, e nonostante ciò
si imbatterono un debole
rumore, uniformemente
distribuito nello spazio e
nel periodo diurno o
notturno,di osservazione.Se
questo disturbo fosse stato
prodotto da un corpo nero,
esso avrebbe dovuto
possedere una temperatura
appena sotto i 3 gradi
Kelvin. E secondo Dicke ,
ciò poteva trovare
giustificazione solo
ammettendo che l'Universo
avesse avuto inizio in uno
stato caldo ed estremamente
compresso. Lo stesso Dicke
fu avvisato dell'incredibile
scoperta e volle verificare
personalmente la
precisa corrispondenza
con quella di un corpo nero
di 2.7 Kelvin, misurando la
radiazione su un altra
lunghezza d'onda.Vi era un
incredibile accordo con le
osserazioni dei ricercatori
della Bell. Era stata
scoperta la radiazione
cosmica di fondo, il fondo a
microonde ed il residuo
del Big Bang.La sua
esistenza, come anticipato,
era postulata anche dalla
teoria dell'Inflazione, la
quale richiedeva
increspature quando
l'Universo aveva un diametro
di 10^ -25 cm (quasi 100
milioni di volte inferiore
alla lunghezza di Planck).

Ancora una foto
dell'antenna della stazione di
Holmdel nel 1965, coi due
ricercatori della Bell.
Accuratamente calibrato e
privato di ogni disturbo
immaginabile, compresi quelli
che venivano prodotti da alcuni
sgraditi regali dei
piccioni....,
|
coordinate tendono all'infinito) da cui lo stesso ha avuto inizio.In quel calderone, ribollente a 100 miliardi di gradi, le singole particelle barioniche (protoni,neutroni ed elettroni in senso lato) non potevano avere vita lunga, decadendo subito in radiazioni. Isolato, un neutrone soppravvive 15,5 minuti dopodiche decade in un protone, un elettrone e un antineutrino (subisce cioè un decadimente beta); ma anche elettroni e protoni , particelle ragionevolmente stabili ( le Grandi Teorie Unificate affermano che un protone decada in 10^45 anni), in quelle condizioni estreme non lo erano.
I fotoni del globo
possedevano ancora energia sufficiente
per produrre dal nulla (in accordo con
E=MC^2) particelle ed antiparticelle, le
quali non potendo stringersi la mano,
annichilivano nuovamente in radiazioni
entro il tempo loro concesso dal
principio di Indeterminazione di
Heisenberg.Nel Big Bang la materia
diventava radiazione e quest'ultima dava
luogo a materia in un circolo vizioso.
In questo gas cald, le condizioni
presenti davano alle particelle le
caratteristiche di un fluido, e quindi
l'universo era opaco.Ben presto però (
entro un centesimo di secondo
dall'inizio del tutto) il globo si era
raffreddato ad appena 100 miliardi di
kelvin. I fotoni non riuscirono più a
creare neutroni e protoni. La quantità e
le proporzioni di queste
particelle si stabilizzarono, e
tali sono rimaste.Dopo meno di 14
secondi dall' inizio del tutto , la
temperatura scese a 3 milardi di Kelvin,
e vi erano circa 17 neutroni per 83
protoni.Fortunatamente per noi, entro 3
minuti dal Big Bang, il calo di
temperatura privò quella sfera di fuoco
di molta energia;questo permise ai
neutroni rimasti, seppur soggetti ancora
ad urti con altre particelle
subatomiche, di unirsi ai protoni e
formare nuclei stabili di deuterio ed
elio.
George Gamow (1904-1968),
grande fisico-teoricoe cosmologo
sovietico.Le sue idee
anticiparono di decenni i
risultati della scienza del Big
Bang. Credits:Serge Lachinov (обработка для wiki) |
L'energia che
permeava il minuscolo Universo appena
uscito dalla Singolarità, non era più
sufficiente a spezzare questi legami.
Cosi, appena 3 minuti dopo il Big Bang,
essi
fondamenteale per l'esistenza, non essendo ipotizzabili atomi senza neutroni.urti rallentarono e così, riminuita proporzionalmente l'energia per gli urti, anche la conversione di neutroni in protoni. E come la teoria impone,oggi notiamo come il 78% dell'Universo sia costituito da idrgeno, il 21% da elio e il resto da metalli, prodotti da nucleosintesi dentro le fornaci stellari ( in astronomia si intendono idrogeno metalli tutti gli elementi più massivi dei due primordiali).Come brillantemente notò Andej Sacharov, se le abbondanze di materia ed antimateria fossero rimaste esttamente le stesse,
oggi
l'Universo sarebbe permeato unicamente da
radiazioni.Non sarebbe difficile
ipotizzare un mondo di antimateria, ma è
impossibile ammettere un Universo
toccabile con mano, formato equamente dai
due stati opposti.Se oggi esistono alberi
,montagne, case e persone, ciò è dovuto a
una lieve asimmettria nelle leggi di
natura: un barione su un miliardo è
soppravvissuto all' annichilarzione che lo
avrebbe voluto trasformato in uno sbuffo
di raggi gamma.E' straordinario poi notare
come le predizioni di quel complesso
apparato teorico, che va sotto il nome di
Modello Standard e prevede 12 particelle
fondamentali, sia esattamente confermato
dallo studio spettroscopico di queste
abbondanze e dalla scoperta della
radiazione di fondo, anche essa
conseguenza necessaria.Nei processi
aggregativi di quella minuscola palla di
fuoco in espansione,giocò un ruolo
determinande la materia oscura.Trattandosi
di materia a tutti gli effetti ( almeno
così si è portati a credere) essa subisce
ed agisce per mezzo della forza di
gravità.Fu così che, sotto l'azione di
quella oscura, la materia visibile evitò
la rarefazione conseguente all'espansione
epermise l'aggregazione di strutture
filamentose che diedero luogo alle
galassie. Un altro processo che andò
nell'unico modo possibile affinchè
l'Universo fosse come lo
Andrej Sakharov,
altro genio sovietico. Fu uomo politico di idee liberali e perciò perseguito dal regime come dissidente. Non tutti sanno che egli era anche grande scienziato,e a lui si deve la scoperta di quella leggera asimmetria nelle leggi di natura in virtù della quale noi stessi esistiamo. |
Ma la
scoperta nel CBR di
minuscole ma significative
increspature era ciò che gli
astronomi speravano di
trovare, per avere un
riscontro tangibile della
fondatezza di quei
modelli.La teoria del Big
Bang esigeva che tale
radiazione, seppur
raffreddata e marcatamente
stirata verso il rosso per
via dell'espansione, dovesse
essere rimasta uguale a
partire dal
disaccoppiamento. Nelle
condizioni che ho brevemente
accennato sopra, una volta
raggiunta la
neutralizzazione degli
atomi, le interazioni con le
radiazioni non potevano più
essere significative.Di
conseguenza il CBR doveva
propagardi da allora ,
intaccato.Ma se come
conseguenza l'Universo fosse
totalmente omogeneo e
isotropo, come avrebbero
potuto formarsi le galassie
, i filamenti di esse e
tutto ciò che oggi esiste?
La radiazione di cosmica di fondo attraverso tre generazioni di strumenti.Dopo la scoperta del 1965, COBE trovò e analizzò per quattro anni le fluttuazioni cercate, WMAP (Wilkinson Mirowave anisotropy probe) nel 2003 ha realizzato scansioni del cielo a microonde con risoluzione straordinaria. Immagine: fonte NASA |
L'analisi
teorica doveva
prevedere qualcosa in
più. Questo quid è rinvenuto
in irregolarità della
Ma prima di
tutto, va chiarito che la
deviazione dall'isotropia,
misuarata in 2 parti
su 1000, viene prodotta in
prima battuta da fattori di
tipo cinematico. il moto del
Sole attorno al centro
galattico, il moto
dell'ammasso di galassie di
cui la Galassia fa parte,
noto come Gruppo Locale, ed
infine il moto del Gruppo
Locale in relazione al
cosiddetto flusso di Hubble,
cioè sostanzialmente all'
Universo in espansione.La somma
vettoriale di questi moti è
un cammino netto in una
particolare direzione,
mentre l'Effetto Doppler
giustifica le differenze di
temperatura riscontrate.Come
risultato il CBR appare più
caldo in un una direzione e
un po più freddo in quella
opposta. Quindi la
radizaione che ci viene in
contro dalla direzione del
moto è spostata verso il blu
e più calda, quella
proveniente dalla direzione
opposta è fredda e spostata
verso il rosso.E COBE mise
in luce tutto questo.
E COBE dal 1992 trovò anche queste increspature,che misurò nell'ordine di 30 µK o in altri termini, una parte su 100 mila. che per essere precisi, sono prodotte da più meccanismi primari e secondari. Senza entrare nel merito, a produrre le anisotropie primarie contribuirono l'effetto Sachs-Wolfe, le oscillazioni acustiche ed il Doppler shift. Tra quelle secondarie il cosiddetto S-W integrato, l'effetto Rees-Sciama ed il Lensing.
Il problema di COBE era la modesta risoluzione spaziale e quindi la scala di indagine era troppo estesa, potendo questo risolvere strutture dell'ordine di qualche miliardo di anni luce di estensione.Per trovare i semi da cui le strutture a grande scala germogliarono occorsero progetti successivi, allestiti peraltro in tempi relativamente brevi ed imbarcati in palloni sonda immessi in alta atmosfera.Il primo prodotto di questa nuova metodologia lo fornì il progetto BOOMERANG (Ballon Observations of Millimetric Extragalactic Radiation and Geophysics), misurando fluttuazioni dell'ordine di 600 µK. Esso diede anche precisi indizi a sostegno del modello cosmologico di un Universo piatto. Questi modelli sono sostanzialmente delle possibili soluzioni alle equazioni di campo di Einstein. Fondendo le proprie speculazioni con quelle della meccanica quantistica,in una collaborazione non ancora molto idilliaca, la Teoria Generale della Relatività ( alcune sue valide interpretazioni tra tante fantasione ed inverosimili ) suggerisce un ventaglio di possibilità sull'origine (anzi sui primi instanti di vita ma comunque oltre il tempo di Planck, prima del quale probabilmente non sapremo mai cosa accadde) dell'Universo. Essa è però specializzata nello studio della sua geometria , dalla quale peraltro ne discende il possibile destino. La teoria einsteniana pone però tre condizioni:che non vi sia alcuna costante che alimenti una forza repulsiva su grande scala e che non vi sia stata creazione di materia ed energia dopo la nascita dell'Universo.
Tornando alla Relatività, sulla base delle premesse sopra tratteggiate, il cosmologo sovietico Alexander Friedmann negli anni Venti dell secolo passato, derivò le tre possibili geometrie dell'Universo che la teoria legittima, gli "Universi di Friedmann" appunto. In tutte e tre le ipotesi, l'espansione deve decrescere col tempo ma le sorti finali dell'Universo sono legate alla densità media della materia, rapportata ad un preciso parametro di criticità definito come la densità che dovrebbe avere la materia, affinchè l'Universo, pur espandendosi eternamente, si mantenga sulla linea di confine tra eterna espansione e collasso finale.La densità critica dovrebbe valere circa
Nel grafico a
sinistra è riportata la
distanza tra due galassie( o
fattore di scala) supposte
appartenere ad ammassi
soggetti alla mutua
separazione ad opera
dell'espansione
dell'universo, in funzione
del tempo.
Con omega >1 l'Universo non soddisfa il quinto postulato e possiede una curvatura spaziale positiva, esso è finito in volume pur non avendo confini, è un Universo chiuso o sferico o ancora ipersferico. La sua età è inferiore ai 2/3 del tempo di Hubble. L' Universo chiuso è destinato alla fine ad un Big Crunch o un Big Bounce, cioè un percorso inverso a quello attualmente in atto, verso la singolarità da cui tutto era iniziato,con eventuale rimbalzo e nuova espansione.
Infine con omega <1 il quinto postulato di Euclide fallisce in quanto, in questo Universo data una linea ed un punto fuori da essa,un numero tendenzialmente infinito di linee parallele possono essere tracciate per quel punto. Questo Universo è aperto, ha cioè una curvatura spaziale negativa e infinitamente esteso in volume e si espande perennemente.A volte viene chiamato Universo iperbolico e possiederebbe un età compresa tra i 2/3 di T0 e, nel caso estremo di omega=0, T0. Va infine osservato che, sotto certe condizioni, l'universo piatto e quello curvo negativamente, potrebbero avere geometrie diverse e più contorte e delineate entro un volume di spazio finito.In effetti anche quello curvato positivamente potrebbe teoricamente non essere una ipersfera.Ad oggi gli osservabili non lasciano congetturare più di tanto in questo senso,ma non si puà escludere che la cosmologia dei prossimi anni, porti risultati sorprendenti in tal senso.Infine, per aiutare ad immaginare concretamente queste forme che si lasciano veramente individuare solo per via matematica,può aiutare un analogia bidimensionale dello spazio tridmensionale.
L'universo
piatto è come un foglio di
gomma sul quale valgono i
postulati degli Elementi( ad
esempio la somma degli
angoli interni di un
triangolo eguaglia sempre
180°). Uno curvato in
positivo è equiparabile alla
superficie di una sfera ( e
la somma degli angoli
interni di un triangolo
sferico supera 180°).Se
infine la curvatura è
negativa la forma più
congrua è una sella
infinitamente estesa (quella
somma è inferiore a 180°).
Non legittimi troppe
rassicurazioni la possibile
espansione perenne, in primo
luogo perchè nessuno di noi
(salvo forse qualche
assicuratore molto sicuro di
se!) vivrebbe comunque in
eterno. Le intere civiltà
poi,in una considerazione di
più ampio respiro
socilogico, a causa di
conflitti interni,di crisi
economiche prolungate o in
altro modo,prima o poi
crollano (la storia è
paradigmatica in questo
senso). E che dire dei
nefasti eventi che
scaturiscono dal nostro
pianeta o che arrivano dal
Cielo? Ma quel che più
conta, è la considerazione
che tutta la materia è in
definitiva instabile, anche
quella su cui confidiamo
"quotidianamente", su tempi
scala lunghi ma pur sempre
finiti,decade in
radiazioni.L'ipotesi di un
Universo in eterna
espansione, in equilibrio
termodinamico (a 0 gradi
Kelvin ), e permeato
unicamente da sbuffi di
raggi gamma non è poi cosi
edificate;questa
situazione è
descritta, non a caso, come Big
Chill ( il grande gelo).
Inuile dire che questo fu il suggello per tutto l'apparato teorico standard.Il fondo a microonde è da tutti inconfutabilmente rilevabile: basta sintonizzare la radio o la Tv su canale Universo per rendercene conto.
In
questa efficacie
immagine
bidimensionale (spazio
e tempo) di Jim
Pivarsky, sono ben evidenziate
le dinamiche della
Grande Esplosione a
partire dalla
singolarità iniziale e
l'inizio del tempo.
Abbiamo quindi l'era
di espansione
accelerata, nota come
Inflazione,la
nucleosintesi
cosmologica, con la
creazione di stabili
atomi di idrogeno ed
elio primordiali.300
mila anni dopo
l'inizio la radiazione
di fondo lascia la
superficie di ultimo
scattering. Segue poi
la formazione delle
prime strutture, in un
continuum spazio
temporale che continua
ad espandersi.
|
fino a quie conglomerati che definiamo galassie. Il processo sarebbe continuato con ammassi e superammassi di queste.Dal piccolo al grande, quindi attività gerarchicamente ordinata, da cui il nome della teoria.
L'astronomo sovietico Jakob Zeldovic, ipotizzò un percorso inverso, per divisione, dai superammassi alle strutture elementari, in quella che divenne nota come teoria della frammentazione.Questi grossi aggregati risentivano fortemente dell'espansione del tessuto spaziale prodotta dal Big Bang e la gravità li avrebbe stirati in un foglio addensato e non in strutture con simmetria sferica cme gli ammassi glibulari.La contrazione di questi fogli avrebbe dato luogo a filamenti che a loro volta, frammentatisi, avebbero prodotto ammassi di galassie.Infine nelle nubi sarebbero emerse singole galassie e le stelle in esse formatesi.
La prima teoria trova oggi maggior credito presso i ricercatori: nel corso del suo onorato servizio, il telescopio spaziale Hubble, ha ripreso straordinarie immagini di regioni del cielo lontane nello spazio e quindi nel tempo .L' osservazione di galassie ellittiche, formatesi appena qualche miliardo di anni dopo la Singolarità iniziale, è prova della fondatezza della teoria gerarchica. Nei giorni in cui scrivevo queste righe, il telescopio Hubble ha ripreso una minuscola galassia ( 1% della Via Lattea) dispersa nello spazio remoto. Agli occhi del telescopio appare ricca di stelle azzurre ed evidenzia un intensa attività formativa di nuovi astri. Essa si mostrerebbe come era 13.2 miliardi di anni fa, quando l' Universo aveva circa il 4% della prorpia veneranda età, nemmeno 500 milioni di anni dopo il Big Bang. Trattasi con ogni probabilità dell'oggetto più antico mai osservato.Gli astronomi ritengono che nell 'intervallo compreso tra 500 a 650 milioni di anni dall'evento genetico,il rateo formativo di stelle aumentò di ben 10 volte. Ulteriori conferme della fondatezza del modelle gerarchico verranno dal James Webb Telescope che , seppur non ancora in orbita ( leggi ritardi e tagli nel programma spaziale americano), presto pensionerà Hubble e sonderà il Cosmo ancora più in profondità e con maggiore risoluzione.Non si dubita che le prime galassie si siano formate entro 1 miliardo di anni dal BB e poi, ma con rateo inferiore, a seguito di eventi di fusione o incorporazione.
Un tuffo nella Via
Lattea:
Morfologicamente la Galassia è di tipo a spirale. Abbiamo un nucleo centrale (bulge) ,quasi sicuramente sede di un Buco Nero quiescente.
La Via Lattea da La
Silla, Cile. Somma di più
immagini, per un totoale
di 120 ore di posa !
Sono
visibili anche le Nubi di
Magellano.
Fonte ESO |
Esso è
circondato da una struttura dotata di
simmetria sferica: L'alone
galattico.
Qui hanno
cittadinanza stelle vecchie e povere di
metalli, e della maggior parte degli
ammassi globulari della Via Lattea. Nucleo
e alone si estendono sopra e sotto un
disco appiattito ,costituito da
bracci spiraliformi, ed esteso per
100000 anni luce di diamentro.Qui si
trovano la maggior parte delle stelle, per
lo più giovani ,che la compongono. Nei
bracci, vari meccanismi utilizzano gas e
polveri interstellari per innescare
un costante processo rigenerativo di
stelle.Ai bracci a spirale vengono
attribuiti i nomi delle costellazioni in
cui maggiormente si estendono, così come
osservati da Terra.Procedendo dall'interno
verso la periferia abbiamo i
bracci di: Norma, Scudo/Centauro,
Sagittario, Orione, Perseo ed il
braccio Esterno. Per la verità, quello di
Orione non è un vero braccio, ma piuttosto
una diramazione di quello del Sagittario,
(Orion Spur).
Nella Galassia,fino
a qualche anno fa, si stimavano circa 100
miliardi di astri.Oggi si ritiene che
siano almeno il doppio, e qualcuno
ipotizza che essa ospiti addirittura 400
miliardi di soli.Queste misure sono
state ottenute"pesando" letteralmente la
materia, sulla base del comportamento
orbitale delle nubi di monossido di
carbonio, alla perifieria di essa.
L'
individuazione della morfologia e
dell'estensione della Galassia furono
questioni dibattute da molti secoli,
perchè da ciò discendevano le dimensioni
dello stesso Universo.In breve ,a domanda
era: la nostra Galassia ricomprende tutto
o è essa stessa una porzione del tutto?
Nel 1914 entra in gioco l'astronomo,americano del Colorado, Harlow Shapley. Col metodo delle variabili Cefeidi, cercò di misurare la distanza degli ammassi globulari della Via Lattea.I suoi risultati dicevano inequivocabilmenet che questi vecchi oggetti erano distribuiti, con simmetria sferica, attorno al nucleo galattico, che identificò nella direzione del Sagittario a 33000 anni luce dal Sole.Lo sconcerto fu notevole nel dover ammettere che la Via Lattea era enormemente più estesa di quanto ritenuto fino ad allora e che il Sole ne era alla periferia.Quando Edwin Hubble, nel 1923 , estese lo stesso metodo di indagine alla Nebulosa di Andromeda, la collocò ad 1 milione di anni luce da noi. La misura era erronea, ma una cosa era ormai chiara:La Via Lattea non coincideva con l'Universo. Accurate osservazioni radio eseguite nel 1959, hanno permesso all'Unione Astronomica Internazionale di determinare le coordinate precise del centro galattico e di suoi poli.
La combricola:
Ammassi di galassie, il Gruppo
Locale
Il
Cielo ci riserva spesso oggetti
facenti parte di sistemi doppi o
multipli. Basti pensare alle
stelle binarie, agli ammassi
aperti o agli ammassi globulari.
Anche su scala galattica si
assiste ad una versione di
questo solidarismo cosmico.
Anche gli insiemi di centinaia o
migliaia di galassie,
gravitazionalmente legate,
vengono detti ammassi. Questi
possiedono forme ( sferoidali o
all'estremo opposto appiatte)
ed estensioni varie,
e nemmeno confini ben delineati.
Tratti comuni sono l'elevata
densità stellare: Mediamente in
un ammasso vi sono 100 volte più
galassie che in una casuale
regione dello spazio, e le
galassie facenti parte di esso
sono anche 10 mila volte più
addensate rispetto ad una
situazione standard. La scala su
cui si estendono è dell'ordine
dei Megaparsec.Quseti
agglomerati sono considerati
ricchi o poveri a seconda di
quanti membri brillanti si
rinvengano a 1,5 Megaparsec
(3.26 a.l) dal centro della
sfera ideale su cui si
dispongono le galassie.Il moto
orbitale delle galassie entro
gli ammassi viene parametrato
per mezzo della cosiddetta velocità
di dispersione. Nelle
regioni centrali è mediamente di
un migliaio di kilometri al
secondo. Essa va diminuendo
verso la periferia dell'ammasso.

Si
dice poi che sono regolari o
irregolari se evidenziano o meno
simmetria centrale e
addensamento centrale.Quelli
ricchi di galassie e
morfologicamente regolari sono
quasi tutti in equilibrio
dinamico, mentre gli irregolari
, più giovani pare non abbiano
ancora raggiunto un certo grado
di stabilità.Prototipo di
ammasso regolare è quello della
Chioma di Berenice, nella
costellazione omonima. L'ammasso
della Vergine, il più vicino a
noi, e che annovera il nostro
Gruppo Locale some sottogruppo,
è invece irregolare, essendo
dominato da vari livelli di
aggregazione.
La Via Lattea ed una quarantina di altre galassie formano il raggruppamento noto come Gruppo Locale.
Simbiosi o
cannibalismo cosmico? In questa
straordinaria immagine dell' Hubble
Space Telescope è ritratto il sistema
di galassie interagenti NGC
6050/IC 1179 (Arp 272 dell' Arp's
Atlas of Peculiar Galaxies.), sito a
450 milioni di a.l da noi. Esisso è il
frutto di una collisione tra
spirali, NGC 6050 e IC 1179 e fa
parte dell' Ammasso Galattico di
Ercole. A sua volta questo è parte del
Grande Muro di ammassi e superammassi,
la più grande struttura
conosciutadell'Uniberso.Le due spirali
sono attorcigliate attraverso i
rispettivi bracci. Possibile
anticipazione di quanto avverrà tra la
Via Lattea ed Andromeda, tra qualche
miliardo di anni ?
Immagine:
NASA-Hubble
Space Telescope |
sempre più estese.Trattasi con ogni evidenza di un processo inverso, a quello avviatosi con il Big Bang e probabilmente, se abbiamo sufficientemente compreso le dinamiche dell'Universo in cui viviamo, ciò sarebbe permesso dall'affievolirsi degli effetti della forza espansiva dell' "esplosione", sulla gravità che operacome una controspinta. Ma a ben guardare, di questo ordine di ragionamento non si può essere certi.
Oltre alle già accennate Nubi di Magellano, altre compagne della Via Lattea sono le nane Sagittarius,Ursa Minor,Draco,Fornax,Sculptor,Leo I, Leo II. Dal 1994 sappiamo che la galassia più vicina al Sistema Solare, non porta il nome di un navigatore portoghese. Sag Deg (Sagittarius Dwarf Elliptical Galaxy), una ellittica nana nel Sagittario, dista solamente 80 mila anni luce da noi.

La galassia Girandola è molto poco massiva rispetto alla Via Lattea ed Andromeda; la sua considerazione alla stregua di membro fondamentale del Gruppo Locale, per questa ragione è messa in discussione da qualche astronomo, che ritiene possa trattarsi in realtà di un altro satellite di M31.
Alcuni membri del Gruppo Locale al quale appartiene anche la Via Lattea. |
Per
contro e come le altre due
maggiori, essa ha
struttura a spirale e almeno una
compagna, nota con l'acronimo di
LGS3.
Vi è poi il Gruppo del
Polo Sud ( direzione del polo su
galattico). Con ogni probabilità
questi agglomerati un tempo
interagivano marcatamente o
erano membri del Gruppo Locale,
mentre oggi ,come detto,
appaiono molto meno vincolati ad
esso.
Da un analisi morfologica emerge
un dato molto interessante. Ad
eccezione della Galassia ,
di Andromeda ed M33,
tutti i membri del Gruppo sono
galassie irregolari o ellittiche
nane orbitanti le spirali. E'
una caratteristica riscontrata
anche in altri raggruppamenti
galattici e forse una
caratteristica evolutiva comune
di tutti gli agglomerati dell'
Universo su questa scala. Basti
pensare che nell'ammasso della
Chioma le irregolari sono più
dell'80%.In genere le ellittiche
sono al centro del
raggruppamento.Molte galassie di
ammasso sono poi lenticolari,
altrimenti piuttosto rare. Le
spirali scarseggiano. Del resto
questo non deve sorprendere se ,
come accennavo sopra, i modelli
evolutivi delle galassie
sembrano descrivere una loro
trasformazione da spirali ad
ellittiche, in seguito ad eventi
collisionali. Nello studio
cinematico degli ammassi
galattici, supposti in
equilibrio dinamico, è centrale
l'impiego del teorema
del viriale. Questo,
impiegato nello studio
della cinematica dei gas,
può essere utilmente adoperato
anche nella fisica delle
galassie sulla base della
considerazione che il moto delle
galassie che compongono gli
ammassi, è prodotto dalla forza
di gravità, a sua volta
determinata dal moto di ogni
atomo che le compongono. Perciò
la massa dell'ammasso, forza di
gravità e velocità orbitale
delle galassie sono direttamente
proporzionali tra loro. L'
espressione( semplificata) del
teorema è : ove M è la
massa (Kg), V è la velocità di dispersione
(Km/s) , ed R il raggio dell'ammasso. G
,come consuetudine, denota la costante di
gravitazione universale, che vale
. Il teorema
del viriale permette quindi di ricavare la
massa della condensazione galattica, nota
la velocità ed il raggio. Con questo
metodo si sono trovate masse dell' ordine
di 10^15 masse solari .
Temperature alle quali gli atomi neutri perdono elettroni e si ionizzano. Gli elettroni liberi di muoversi in un denso plasma, si urtano reciprocamente e ripetutamente.A causa di questi urti, essi decelerano ed emettono una radiazione, detta appunto di frenamento o dal tedesco bremsstrahlung termico, sotto forma di raggi-x e accompagnata dalla creazione di coppie elettrone/positrone. Il fenomeno è consistente, basti pensare che più del 10% della materia delle regioni centrali di un ammasso è costituita da idrogeno.
Superammassi
galattici.
Da questo punto di
vista sembra proprio che, come nel regno
dell' infinitamente piccolo, un atomo è in
derfinitiva vuoto, così al livello
opposto, l'universo sembra costituito da
enormi bolle, probabilmete di vuoto, ma
non è da escludere che possa trattarsi di
sacche di materia oscura. Sui
bordi di queste bolle vanno a collocarsi
ammassi e supermammassi, a formare
strutture a filamento lunghe molti
megaparsec.
Va infine
segnalato che, entro i confini della costellazione
del Sagittario, un enorme bacino di
potenziale gravitazionale,
noto come Grande Attrattore, agisce in
contrasto con l'espansione locale del
tessuto dello spazio-tempo e condiziona
enormemente le dinamiche del Superammasso
Locale.

Ho lasciato per ultima un immagine, quella qui a sinistra, nota come Hubble Deep Field , che merita di essere descritta separatamente. Essa è la somma di 342 scatti operati ininterrottamente tra il 18 e il 28 Dicembre 1995, dalla Wide Field and Planetary Camera 2 del Telescopio Spaziale Hubble,.
Il collage dell' Hubble
Deep Field North Credito per l'Immagine: R. Williams (STScI), the Hubble Deep Field Team and NASA-Immagine rilasciata il 15 Gennaio 1996. |
Se la si osserva
attentamente, è impossibile non lasciarsi
prendere da un turbine di pensieri, sulla
struttura, sulla omogeneità a grande
scala, sulle dimensioni dell'Universo,
sulla legittimità di quei presuntuosi
convincimenti che da più parti e senza
prove tangibili, ancora oggi ci
attribuiscono una posizione privilegiata,
affermando al contempo l'esclusività dei
quella staordinaria esperienza che si
chiama vita.Negando categoricamente che da
qualche parte la fuori, chissà,adesso ci
sia qualche civiltà che muove i primi
aneliti. Guardatela questa immagine,
e senza imbarazzo lascitevi guidare dai
vostri più profondi pensieri,
nessuno potrà mai dire che avete torto.
Appena un anno dopo questo mosaico, Hubble ne ha realizzato un altro, molto simile e altrettanto emblematico. Questa volta nell'emisfero celeste sud e noto come Hubble Deep Field South. Infine , a completamento di questa opera ricognitiva, nel 2004 è stato ripreso l' Hubble Ultra Deep Field, una compositazione ancora più dettagliata delle prime due.
Sistemi di coordinate
Se io oggi volessi scoprire
le bellezze di Samarcanda ,è bene che
conosca in anticipo il modo per arrivarci;
e con lo stesso rigore dovrei procedere se
intendessi compiere il giro del mondo in
barca a vela.
Similmente gli
astronomi antichi avvertirono ben presto
la necessità di riprodurre l'osservabilità
degli oggetti scoperti.
Furono così elaborati vari sistemi di
coordinate , tutti concettualmente simili
a quelli geografici terrestri con cui
facciamo i conti fin dai bambini.
Dal Seicento furono introdotti per
pianeti, il Sole e la Luna,
i sistemi planetocentrici, planetografici,
eliocentrici,eliografici,selenocentrici e
selenografici. Ma già nel mondo antico ,
l'approccio sistematico alle gemme del
Cielo, era subordinato alla precisa
collocazione delle stesse su
quella emisfera immaginaria, di raggio
infinito che costituisce la Volta Celeste.
Ciò che differenzia
il reticolato celeste da qualsiasi
altro metodo cartografico comunemente
invalso, sono i piani e i punti di
riferimento da cui partire nella
mappatura. L'astronomia conosce cosi il
sistema orizzontale, quello equatoriale,
quello equatoriale locale, il sistema
ecclitticale e quello galattico.Ognuno
è preferibile agli altri,
a seconda del tipo di indagine condotta (
planetaria, del Sistema Solare, stellare,
galattica, radioastronomica ecc.. ) . In
questa sede meritano un accenno, per
utilità e coerenza tematica, il sistema
orizzontale, quello equatoriale e
quello galattico, e quello
galattocentrico. Quello eclitticale non
verrà qui preso in considerazione.
- su un piano cartesiano a due o tre dimensioni (come nel caso di un punto su di una sfera orientata Oxyz).
- Attraverso le
coordinate polari anomalia
e modulo
(quelle terrestri vengono dette azimuth e distanza)
- con proiezione cilindrica (spesso in fisica)
- con proiezione
sferica.Qui si definiscono l' origine, il
piano di riferimento e un asse
perpendicolare ad esso.E sono date tre
coordinate: la distanza radiale
, l'angolo polare
tra asse verticale e retta che unisce un punto con l'origine e l'angolo azimutale
, cioè la distanza, lungo un cerchio verticale e sul piano di riferimento, tra il punto considerato e la posizione di riferimento.In astronomia, come si vedrà, si tralascia la distanza radiale,essendo la Sfera Celeste un astrazione di raggio infinito.
Già nel III secolo a.e.v, era chiaro che una sfera era il solido decisamente più appropriato per contenere il nostro pianeta. Celeberrima a questo proposito fu l' intuizione di Eratostene, l'agrimensore del mondo. In verità già molti anni prima, Aristotele osservò che il movimento lungo un meridiano di un osservatore, comportava una conseguente variazione dell' altezza degli astri in cielo. E lo stesso, osservando le eclissi, dedusse la forma terrestre, sulla base del fatto che la sfera sia l'unico solido capace di produtte un ombra circolare sopra un altra sfera. Archimede, intuì che la gravitazione terrestre agiva radialmente verso il centro.Clemoide argomentò in tal senso dalla forma circolare dell'orizzonte e Claudio Tolomeo introdusse il concetto di orizzonte sensibile. Magellano e altri navigatori poterono infine compiere i loro viaggi di circumnavigazione, solo se la superficie terrestre fosse stata sferica.
Tutte queste
esperienze del passato hanno trovato
conferma nella scienza moderna, la quale
però ci ha anche fornito una visione più
dettagliata, oggi anzi, attraverso
le immagini inviate dalle sonde
spaziali in orbita,
estremamente dettagliata, della geometria
del nostro mondo. La rotazione terrestre,
ne rigonfia l'equatore e ne schiaccia i
poli. Fenomeno
osservato anche per gli altri pianeti del
Sistema Solare, ed a causa del quale un
pendolo a Parigi oscilla più lentamente
che nella Guiana Francese, come osservato
intorno al 1600 da Richer. Per questo moto
armonico vale infatti la formula
(semplificata), con T
periodo del pendolo, d
lunghezza di esso e g
accelerazione di gravità. Poichè la famosa
legge contenuta nei Principia
Mathematica di Newton, statuisce
che la forza di gravità è inversamente
proporzionale alla distanza dal centro
(della Terra), solo
un suo diverso andamento tra equatore
(Guiana) e Parigi (più vicina ai poli),
poteva giustificare quelle risultanze.
La mappatura dallo spazio, come accennato sopra, ha evidenziato che la Terra non era neanche sferica. Si preferì allora riferirsi ad un ellissoide di totazione oblato, cioè quella figura che si ottiene dalla rotazione di un' ellisse attrorno al suo asse minore, coincidente con la retta che unisce i poli terrestri. In questa rappresentazione, l'asse maggiore coincide con il diametro equatoriale.Nel corso degli anni, grazie a misure sempre più accurate effettuate dallo spazio e dal comportamento gravitazionale del satellite Vanguard I, in orbita attorno al campo di forza del pianeta,ci si avvide che il rigonfiamento equatoriale non aveva simmetria in tutti i punti ( il punto che più sporge, sta anzi leggermente sotto la linea mediana equatoriale). Quindi nessun solido noto può realmente rappresentare la superficie del nostro pianeta.Si decise cosi di introdurre una figura sui generis, il geoide ( dal greco Terra ),rappresentata dall 'insieme dei punti in cui la direzione del filo a piombo è perpendicolare alla superficie. Poichè la superficie di un liquido è perpendicolare al filo a piombo, il geoide è anche il solido descritto dalla superficie degli oceani. Questa figura ideale può essere concretizzata pensando alla forma che la Terra avrebbe se il livello medio marino arrivasse omogeneamente sopra la terraferma, cancellando le montagne e riempiendo le sacche di depressione.Comunque tranne situazioni eccezionali, la differenza massima tra ellissoide e geoide è di neanche 100 metri, questo fa si che per scopi in cui non sia richiesta una precisione massima, la forma a sferoide può ritenersi come accettabile descrizione.
L'asse ideale
attorno a cui avviene la rotazione
terrestre, o asse del mondo, sbuca
sulla superficie della stessa in due punti
antipodici: il polo nord ed il polo sud
geografici. Il piano perpendicolare a
questo asse e passante per il centro della
terra, lascia una traccia sulla superficie
della Terra: l'equatore terrestre. Questo
è arco di cerchio massimo. I cerchi
minori, paralleli all'equatore,
individuano allo stesso modo i paralleli
terrestri; questi diventano via via più
piccoli andando verso nord e verso
sud, e ai poli sono puntiformi. Vi
sono infiniti paralleli, ma l'uomo ha
ritenuto necessario considerarne solo 181.
Tutti i possibili cerchi massimi che
congiungonoi i poli sono detti meridiani
terrestri. Di essi sono fondamentali solo
360.
La longitudine
terrestre o è l'angolo
diedro tra il meridiano a cui ci riferiamo
e quello passante per l'osservatorio
astronomico di Greenwich. La sua
estensione fisica è data dall'arco
corrispondente a tale angolo, e misurato
lungo il parallelo del misurante. Spesso (
in astronomia dal 1982) essa va da
0° a 360° e ha valore crescente
positivo andando verso est, ed ha valore
negativo verso ovest; anche se per la
verità residuano convenzioni
diverse. E' ancora diffuso, ad esempio, il
conteggio da -180° a +180° o la misura in
ore, da -12h a +12h, laddove 1
ora, in analogia con la misura
dell' ascensione retta nelle coordinate
equatoriali, corrisponde a 15°
sessagesimali. In questi ultimi due
sistemi di misura, la longitudine è
positiva verso ovest. In ogni caso la
longitudine negativa ( verso ovest o verso
est a seconda della convenzione)non viene
mai usata nelle mappe.

Nel dettaglio:Come dicevamo sopra, la Terra presenta un leggero rigonfiamento equatoriale ed un conseguente schiacciamento polare. Questo schiacciamnto è definito come la differenza tra il diametro equatoriale e quello polare divisa per il diamentro equatoriale. L'esatta forma è quindi difficile da definire ma può ritenersi una buona approssimazione considerarla uno sferoide oblato, con l'asse minore coincidente con l'asse del mondo.
Grafico Andrea Betlamini Open Offic.org Draw |

Quindi in una misura effettuata mediante coordinate sferiche, l'angolo tra l'equatore e la la linea tra il centro ed un punto sulla supeficie, è un po più piccolo della latitudine geografica. Quest'angolo viene detto latitudine geocentrica. La differenza è massima a 45° di latitudine, ove misura 11,5' d'arco.
Se
equipariamo la latitudine geografica a
quella geodetica, e consideriamo
l'equazione implicita dell'ellisse, data
da
la
direzione della retta perpendicolare
all'ellisse in un generico punto di
coordinate (x,y), è data da
tan φ = -
(dx)/(dy)= (a^2 y)/(b^2x).
La
latitudine geocentrica è data da tan φ′ = y / x.
Segue
allora che tan φ′ =
(b^2) / (a^2) tan φ = (1- e^2) tan φ
,
in cui e corrisponde all'eccentricità, ed
è dato da e =
sqrt (1-(b^2) / (a^2)).
Grafico Andrea Betlamini OpenOffice.org Draw |
Le coodinate degli oggetti celesti sono calcolate rispetto al centro della Terra, e se si rischede accuratezza, la misura degli oggetti dell'osservatore.Occorre cioè riferirsi alle coordinate topocentriche, con l'origine coincidente con l'osservatore. Per fare questo nel modo più immediato, ci si può riferire alle coordinate cartesiane dell'oggetto e dell'osservatore.
Data la sfericità (
seppur approssimativa ) della Terra,
concepire il Firmamento come una sfera
centrata su di noi, non richiede un
eccessivo slancio di immaginazione.Con
un astrazione concettuale si definisce
quindi Sfera
Celeste, quel globo, per
convenzione osservato dall'esterno,
su cui sono incastonati gli oggetti
celesti, che per la loro distanza e per un
illusione percettiva, immaginiamo tutti
alla medesima distanza. Questa
rappresentazione è cosi coerente che, come
noto, gli antichi finivano per ritenerla
reale. Alla luce della nostra
supposizione, riteniamo il raggio di tale
sfera infinitamente esteso e comunque
puramente arbitrario. Dato poi che il
rapporto tra il raggio celeste e quello
terrestre, tende anch'esso all ' infinito,
possiamo considerare la Terra come
puntiforme. E' di
evidenza geometrica poi, che per un
riferimento topocentrico ( cioè per una
data località d'osservazione) , l'
osservabilità di tale sfera richiederebbe
che la Terra fosse trasparente; al
contrario la presenza dell'orizzonte la
limita ad una emisfera ( la Volta Celeste
). Tale orizzonte viene detto apparente e
può essere immaginato come la superficie
di un liquido in quiete. Orizzonte
astronomico è invece quello
individuato dal piano che passa per il
centro terrestre e normale alla verticale
del luogo di osservazione. Entrambi
gli orizzonti sono cerchi massimi e la
loro differenza, a
seconda del riferimento prescelto, conduce
ad una misurazione dell'altezza della Luna
divergente di quasi 1°. Allontanandoci
essa diviene però trascurabile.L'orizzonte
infine può mutare pur rimanendo alle
stesse coordinate, ciò avviene quando ci
si eleva.Come noto inaftti, a causa del
fenomeno noto come depressione
dell'orizzonte, più ci si allontana dalla
superficie terrestre più esso si abbassa,
divenendo puntiforme
all'infinito.L'orizzonte che quindi
realmente si apprezza è chiamato reale
(o sensibile).
Il prolungamento in
cielo dell' equatore terrestre, descrive
un arco di cerchio massimo sulla sfera
celeste, l'equatore celeste. Il
prolungamento dell'asse polare terrestre ,
individua sulla stessa sfera il polo nord
celeste ( PNC ) ed il polo sud
celeste( PSC ).La stella Polare
(alpha Ursa Major) dista circa 47' d'arco
dal PNC. I cerchi, ottenuti intersecando
la sfera celeste con piani paralleli alll'
equatore celeste, verso nord e verso
sud, sono detti comunemente, paralleli
celesti (o paralleli di
declinazione). Di tutti i
paralleli, solo l'equatore è evidentemente
arco di cerchio massimo, riducendosi gli
altri con l'approssimarsi ai poli, laddove
essi sono teoricamente puntiformi. Sono
invece tutti archi di cerchio massimo i circoli orari
( meridiani celesti ). Essi si lasciano
individuare dall' intersezione della
sfera, con piani perpendicolari
all'equatore celeste. Particolare
importanza riveste il circolo che
passa per la verticale ( direzione del
filo a piombo) dell'osservatore ( Zenit ),
la verticale agli antipodi
dell'osservatore ( Nadir ) e i due poli
celesti. Questo è chiamato meridiano
locale.Il piano passante per
l'osservatore e contenente i due poli
celesti, divide il meridiano locale in due
semicerchi; quello contenente lo zenith è
detto meridiano
superiore, l'altro meridiano
inferiore.
Il piano che contiene l'orizzonte dell'osservatore, interseca l'equatore celeste nei punti (cardinali) nord e sud, ed il meridiano locale nei punti (cardinali) est e ovest. Il segmento nord-sud è detta linea meridiana.
Le coordinate del sistema orario sono l' azimuth (A) e l'altezza (h). L'azimuth è l'angolo, misurato sull'orizzonte in senso orario da 0° a 360°, compreso tra una direzione fissa di riferimento ed il punto di incontro tra l'orizzonte stesso e il circolo verticale passante per l'oggetto atronomico in esame. In marina, nella navigazione aerea, in geodesia ed in genere nelle attività terrestri, tale direzione di riferimento è il nord cardinale. In astronomia di preferenza si usa il sud cardinale.
La Terra
revolve attorno al Sole.Ma nella
rappresentazione astronomica, per maggiore
agevolezza , ci si riferisce al moto del
Sole attorno alla Terra; esso si compie
ovviamente in un anno. L' arco di cerchio
massimo, traccia ideale lasciata in cielo
da questo moto, viene definita eclittica.
Il nome deriva dalla suggestiva
constatazione che fecero i nostri avi, chi
li vi si trovava la Luna durante le
eclissi.
Coordinate
orizzontali.Questo sistema di
rappresentazione risulta comodo in
quanto molto semplice. Per contro presenta lo svantaggio che altezza e azimut mutano continuamente anche per il medesimo osservatore. Grafico Andrea Betlamini -AutoCAD 2008. |
Essendo l'asse di rotazione terrestre inclinato di 23°26' sul piano dell'eclittica, ne risulta che quest'ultima e l'equatore celesti non sono complanari. La loro intersezione individua anzi due punti caratteristici : il primo punto d'Ariete "γ" (o punto vernale) ed il punto della Bilancia "Σ" o (punto d'autunno). Nei pressi di questi transita il Sole agli equinozi. Anticamente, diciamo ancora nel IV secolo e.v, quando questo avveniva, l'astro si trovava rispettivamente in quelle costellazioni. Un importante fenomeno noto come precessione degli equinozi,ha spostato la posizione di quel punto rispetto alle costellazioni. Precisamente, da allora vi è stato uno spostamento indietro, nell'ordine di transito nelle stesse costellazioni.Oggi dovremmo chiamarli rispettivamente punto dei Pesci e del Sagittario.Un discorso esattamente analogo riguarda, nella geografia terrestre, i nomi dei tropici.(Gli astrologi sono persone molto preparate e spesso anche simpatiche, le loro congetture però non hanno il minimo fondamento , proprio perchè, a tacere d'altro, non vi è correlazione fissa tra "segni zodiacali" e posizione del Sole).
Alla luce di queste
notazioni definiamo declinazione (δ )la
distanza angolare tra l'equatore
celeste e l'oggetto considerato. Essa non
risente della rotazione terrestre.
Definiamo inoltre ascensione retta
o giusta
ascensione ( R.A ),
l'angolo misurato sull'equatore celeste in
senso antiorario, tra il punto vernale e
il punto determinato dall'incontro dell' equatore
col meridiano celeste passante per
l'oggetto astronomico considerato.
Una semplice relazione lega l'angolo orario con la giusta ascensione:
h
= TSL
- R.A
Se disponiamo di un telescopio posto su montatura capace di effettuare l'inseguimento equatoriale e sufficientemente precisa, la formula da ultimo indicata può aiutarci a trovare gli oggetti in cielo.L'angolo orario può infatti essere letto sul cerchio graduato dell' asse polare della stessa ( la graduazione è di 24 ore ). Il suo indice sarà a zero con l'asse puntato al meridiano. Se TSL - R.A > 0 lo strumento va mosso verso ovest, in caso contrario l'oggetto ricercato non sarà ancora transitato al meridiano, per rinvenirlo dovremo puntare ad est.
Ad esso vi si ricorre quando l'indagine condotta è su scala stellare, galattica o supergalattica ( ammassi, superammassi,raggruppamenti di galassie ecc..).Questo sistema è piuttosto approssimativo, e ad esso vi si ricorre quando si vuole sfruttare la sua semplicità, e non è richiesto al contempo un elevato grado di precisione.Qui il piano di riferimento non è ricavato per via geometrica, ma si individua attraverso le formazioni (gas, polveri,stelle) che delineano l' equatore della Via Lattea.L'esatto orientamento di tale piano è oggi ottenuto molto precisamente per mezzo di osservazioni radio della riga a 21 cm ell'idrogeno neutro (superficie di massima brillanza).

Per gli
amanti della trigonomentria, tre
semplici equazioni permettono di
ottenere le coordinate galattiche,
partendo da quelle equatoriali:
Il polo nord della Galassia si trova nella costellazione della Chioma di Berenice. Il polo sud è invece nello Scultore.
Distinto dal sistema di coordinate galattiche è quello galattocentrico, la cui origine è nel centro galattico.
I sistemi di coordinate sono soggetti a vari fenomeni ciclici e non ,che ne perturbano l'esattezza e vanno riferiti ad un epoca. L'influenza maggiore è esercitata da quel moto a trottola del globo terrestre , noto come precessione degli equinozi. A causa di esso, l'asse di rotazione terrestre ruota attorno ai poli dell'eclittica, impiegando 26 mila anni a descrivere un doppio cono, con vertice nel centro della Terra. Ne consegue che il punto in cui si trova il Sole sll'equinozio di Primavera, punto determinato dall' intersezione tra equatore celeste ed eclittica (cioè l'orbita apparente del Sole attorno alla Terra), detto punto vernale (o primo punto di Ariete o ancora punto gamma ), ruota in senso orario lungo l'eclittica di un ammontare di circa 50 arscsecondi all'anno. Dello stesso ammontare si sposta anche la longitudine eclittica (misurata dal punto gamma) degli oggetti in cielo.Dato che l'ascensione retta si misura dal punto gamma, e anche la declinazione trasla col tempo, entrambe le coordinate a cui si è fatto riferimento sopra, sono definite in relazione all'equinozio 1950. Altri fattori di disturbo delle coordinate sono la nutazione, la parallasse, la rifrazione atmosferica e l'aberrazione astronomica. Essi non verranno discussi in questa sede.
Masera,
Agosto 2012.