"Se
non mi chiedono cosa sia
il tempo,io lo so,
ma se me lo chiedono non
lo so più" diceva il
grande sociologo tedesco
Norbert Elias. Ma non
aveva di che dolersi
questi, perchè dopo gli
sconvolgimenti causati
dalla Relatività
einsteiniana e
dall'avvento della
meccanica quantistica, la
ricerca di una definizione
ontologica, aprioristica e
formalmente valida del
tempo è ardua sfida della
fisica teorica e della
cosmologia moderna.Ci sono
però situazioni in cui un
' accezione più "mondana"
del termine, legata forse
esclusivamente ai processi
bioogici degli esseri
viventi, fa comunque presa
e suscita sgomento.Gli
eventi astronomici, quelli
che si sostanziano nel
ciclico ripetersi di
configurazioni geometriche
su quella cornice, nera
come la pece , che è il
Cosmo, sanno evocare una
contrapposizione
angosciante, quasi
lacerante, tra la
finitezza delle esperienze
dei viventi e la
scala cosmica in cui vanno
in scena quegli stessi
eventi.Pensiamo alla
infinità di volte in cui
la nostra Luna si è
rinnovata,è risorta a
splendente Selene, e
perenne testimone di tutte
le sere in cui si recita a
teatro. Quel teatro su cui
si impersonifica la
totalità delle
vicissitudini umane,
quelle di intere comunità
così come individuali.La
cometa di Halley fa
capolino ogni 86
anni, giusto
il margine per
nascere,coltivare aneliti
e perire.Certo vi sono
appuntamenti a cadenza più
stetta ma ve ne sono anche
altri che pochi viventi
avranno o avranno avuto la
chance di
testimoniare.L'altro
giorno, mentre pensavo a
come prepararmi per
assistere all'imminente
transito del pianeta
Venere mi si è dischiusa,
pragmatica come il più
assiomatico dei
ragionamenti, nella sua
devastante semplicità, la
nozione di tempo:questo è
l'ultimo transito a cui
potrò assistere, capitando
il prossimo nel
2117!
I
transiti planetai sono
sostanzialmente delle
minuscole eclissi che
riguardano i due pianeti
inferiori e che invece
di oscurare il nostro
Sole, lo attraversano in
un moto di ore
,mostrandosi a noi come
un dot, un pallino
scuro,bordato (nel caso
di Venere) di una
marcata struttura
coronale atmosferica.Ciò
avviene perchè mentre
Luna e Sole, visti da
Terra, sottendono
circa lo stesso diametro
angolare di 30' d'arco
sessagesimale (il nostro
satellite rispetto
all'astro diurno è circa
400 volte più piccolo in
superficie, ma anche 400
volte più prossimo),
Venere si mostra in
congiunzione inferiore
con un disco di circa 1'
d'arco, mentre Mercurio
di circa 11".Come per
una eclissi di Luna,però
occorrono due condizioni
affinchè il transito si
verifichi :
- che il corpo
celste abbia un
angolo di fase di
180°, cioè sia in
congiunzione
inferiore (tra Sole
e Terra,ed alineato
con essi).
- che si
verifichi nei pressi
di un nodo, uno dei
due punti
fittizzi,ascendente
o discendente, di
incontro tra la
traiettoria della
sua orbita e
l'eclittica.Se bastasse
il primo punto, le
orbite sarebbero
complanari a quella
della Terra, e
avremmo un transito
al ripetersi di un
intero periodo
sinodico del
pianeta, che per
Venere vale 583
giorni e 115,6
giorni per
Mercurio.Ma le
orbite sono più o
meno inclinate sulla
nostra, e di solito
il pianeta passa
sopra o sotto il
disco solare.Questi
stringenti
presupposti fanno sì
che l'evento in
parola sia
raro,molto raro
anzi:l'orbita
mercuriana è
inclinata 7°
sull'ecittica e
quindi avvengono
solo 13 transiti di
esso in un
secolo,nei giorni di
passaggio per i
nodi: l'8 maggio col
pianeta al perielio
ed un disco
apparente di 10"
d'arco o il 10
novembre,all'afelio
ed un disco di 13".
A maggio i transiti
avvengono ogni 13 e
33 anni, in novembre
ogni 7,13 e 33
anni.L'evento di
novembre è però
nettamente favorito,
verificandosi 7
volte su 10.Per
Venere le cose sono
ancora più
sporadiche.La sua
inclinazione
sull'eclittica è di
3.4° ed suoi
transiti
avvengono
alternativamente
ogni 105,5 e
121,5 anni , a
coppie distanziate
di 8 anni con una
sequenza dunque di
105.5,+8,+121.5,+8....
e ciò a causa
di un moto più lento
in quanto a maggior
distanza dal
Sole, in ossequio
alle leggi di
Keplero.Il prossimo
transito di Venere,
come anticipato,
sarà un evento che
quasi nessun essere
vivente attualmente
su questo pianeta
potrà rivedere! Ma
purtroppo non sarà
ammirabile come
quello del 2004
allorchè tutta
l'Europa lo osservò
perl'intero suo
svolgersi. In questa
occasione i
privilegiati saranno
gli abitanti delle
regioni del Pacifico
che lo apprezzeranno
per intero;nel Nord
America sarà
visibile solo la
parte iniziale del
fenomeno, col sole
al tramonto, ancora
nel giorno 5 ,
mentre sarà
pressochè
inosservabile dal
Sud America.Per noi
italiani la finestra
osservativa è molto
esigua;per Milano,ad
esempio, essa è
compresa tra il
sorgere dell'astro
diurno,alle ore 5:37
,e il quarto
contatto di Venere
col suo disco,alle
ore 06:55, col Sole
alto circa 11° sopra
l'orizzonte est.I
fortunati che
assisteranno all'
irripetibile
fenomeno
saranno coloro che
disporranno di un
orizzonte sgombro o
che si saranno
previamente recati
in alta montagna.In
questo genere di
appuntamenti gli
astrofili sono
soliti applicare
nuove tecniche di
ripresa;i time
lapse, per
esempio,condensano
lunghi eventi in
qualche minuto di
filmato e sono
particolarmente
suggestivi quando
incastonono l'evento
ripreso in scorci
naturali.In
quest'occasione,
almeno per noi, non
ve ne sarà tempo e
quella abbondante
oretta osservativa
potrà essere
impiegata al
binocolo( esperti
osservatori guardano
il sole anche senza
filtri quando il
cielo è leggermente
velato,mai voi non
fatelo) o
all'oculare di
telescopi solari
come il versatile
Coronado Pst (che
negli Usa fu
lanciato proprio in
occasione del
tansito del 2004)o
comunque a corta
focale
(necessariamente
muniti di filtro
astrosolar o mylar,
a tutta apertura
davanti
all'obiettivo!).
Visto il ridotto
tempo a
disposizione,le
riprese
dovranno
necessariamente
essere semplici ma
efficaci:reflex a
fuoco diretto così
da garantire un
ampio campo
inquadrato;per
l'alta risoluzione
si potrà optare per
le webcam o sensori
dedicati, al fuoco
di strumenti solari
o filtrati di focali
maggiori (qui uno
spinto rapporto
focale non
costituisce certo un
problema, seeing a
parte).In queste
genere di eventi il
seeing e l'umidità
dell'aria non ancora
riscaldata del primo
mattino , giocano
comunque un ruolo da
non
sottovalutare.Nella
provincia del Vco un
luogo abbastanza
elevato da cui si
può scorgere in
lontananza con
l'orizzonte
sufficientemente
libero potrebbe
essere il Mottarone,
del resto spesso
teatro di serate
osservative
pubbliche.
Si
potrà anche cercare di
osservare alcuni degli
ancora non
definitivamente chiariti
"effetti collaterali"
che accompagnano
all'inizio o alla fine i
passaggi di
Mercurio e Venere, come
le aureole o il fenomeno
del lembo staccato o
ancora del cappello
cinese. Ma
su tutti questi fenomeni
dal nome così esotico
,spicca la
black drop. Nei
secondi o terzi contatti
,si è assistito alla
goccia nera ,una
silhouette nera
con tale forma, che
sembra connettere il
pianeta al Sole e
che ha
costituito per secoli
fonte di innumerevoli
interrogativi circa la
sua origine.Fu osservato
con meraviglia nel
seicento e ripreso
scientificamente,
per un minuto, la prima
volta solo in occasione
del transito del 6
dicembre 1882,ma causa
la limitatezza delle
tecniche fotografiche di
allora non ne fu
comunque compresa la
natura;fiorirono e si
consolidarono anzi
svariate congetture la
maggior parte delle
quali poi dimostratesi
infondate.Si credeva
fino a qualche anno fa,
che potesse trattarsi di
una illusione prodotta
dall'atmosfera venusiana
o terrestre.Senonchè la
riproposizione
dell'effetto anche per
Mercurio, in occasione
del transito del 1999
così come fu immortalato
ad opera di una sonda,e
poichè Mercurio non
possiede apprezzabile
atmosfera,hanno lasciato
persistere quei dubbi .
E per Venere si è
ipotizzato che la densa
ma sottile atmosfera che
lo cinge non sia
sufficiente, quantomeno
da sola, a giustificare
la manifestazione.Nel
2004 con metodiche
moderne si è
raccoltomoltissimo
materiale ripreso da
tutto il globo ; si è
così innestato il
convincimento che vari
fenomeni contribuiscano
a produrre la drop : l'
astigmatismo dell'occhio
dell'osservatore (come
fu ipotizzato già molti
anni prima da Guido Horn
d'Arturo), la
diffrazione delle
ottiche e l' effetto
sulle stesse del
seeing,sempre nefasto in
questo genere di
eventi;ed ultimo il
fenomeno dell'
oscuramento al bordo del
disco solare.Guardando
il Sole infatti, la
linea visuale spaziando
dal centro del disco al
bordo, abbraccia regioni
con profondità e quindi
temperature via via
minori, per cui nei
pressi dei lembi si
registra una decisa
caduta di luce. Tutto
questo detto, qualche
riserva permane ancora
e forse oggi,otto
anni dopo ,la tecologia
saprà forse scioglierci
nel più esaustivo dei
modi, merito magari
anche di qualche
fortuito scatto di un
astofilo. Gli
osservatori
professionali compiranno
anche accurate misure
dell'atmosfera
venusiana, opportunità
concessa osservando come
si comportà l'aureola di
gas che cinge il
pianeta, sovrapposto al
plasma solare, non
appena avviene il primo
contatto.Questa corona è
causata dalla luce
rifratta dall'atmosfera
del pianeta ed il suo
spessore e
brillantezza
possono fornire conferme
preziose sulla sua
composizione e sulla
complessa struttura
nuvolosa;dati già
forniti dalle sonde nel
corso degli anni, ma il
loro evolversi può dare
conto della complessa
circolazione atmosferica
che in queste occasioni
possiamo tracciare
agevolmente dalla nostra
"casa nel Cosmo".
The aureole is
caused by light
refracted through the
planet’s atmosphere,
and the brightness and
thickness of it can
give scientists more
clues to the
atmosphere temperature
on the planet, as well
as its cloud layers.
Seppur
ormai storia
dell'astronomia è
interessante notare come
i transiti di Venere
fornirono
ad Edmund Halley
l'occasione per stimare
la distanza
Terra-Sole, impiegando
un complesso
metodo
parallattico basato sui
tempi di contatto, in
occasione del transito
di Venere del 1761 e
1769.Coadiuvato si
potrebbe dire, dal
celebre esploratore Cook
che a tal fine visitò
Tahiti per l'ultimo
transito del settecento.
Le avverse condizioni
meteoorologiche in
entrambe le date ,
i mezzi di
riduzione dati alquanto
lacunosi e guarda un pò,
proprio l'effetto black
drop,non permisero di
ottenere valide
misurazioni.Solo
nell'ottocento inoltrato
la triangolazione
fu ripetuta impiegando
finalmente lastre
fotografiche e ottenendo
così i risultati attesi.
Nel
2004 infine, si è
misurata molto
accuratamente la
inaspettatamente
graduale caduta di luce
prodotta dal pianeta
Venere,risultata intorno
allo 0,1% (derivante
principalmente dal
rapporto dei diametri in
gioco);questi eventi
sono quindi anche
occasioni per affinare
le tecniche di
detenzione di pianeti
extrasolari col metodo
in questione e
costituiscono un
magnifico collante tra
l'astronomia del passato
e le nuove frontiere
della ricerca della vita
altrove.
Buon transito a
tutti....,
|
Frangente del
transito dell'8
Giugno
2004.Immagine:cortesia
NASA.
Effemeridi
del pianeta Venere
il
giorno del
transito
alle
ore 6:00
per
un osservatore
posto
a
46°8' latitudine
nord ed
8°19'
longitudine est.
2012-06-06
06h00m23s
Magnitudine:
-3.7
Diametro: 58.3
"
Frazione
Illuminata: 0.000
Fase: -180 °
Distanza:
0.2887 au
Distanza dal
Sole: 0.7261 au
Angolo di
posizione: 353.1
Inclinazione
del polo: -1.0
Inclinazione
solare: 0.8
Meridiano
centrale: 21.98
Coordinate:
Apparenti
topocentriche
Apparenti AR:
04h57m44.18s
DEC:+22°47'11.0"
Medie per la
data AR: 04h57m44.50s
DEC:+22°47'15.8"
Medie J2000 AR:
04h56m59.57s
DEC:+22°46'08.6"
Eclittica
L: +75°40'34"
B:+00°07'10"
Galattico
L: +178°56'34"
B:-12°30'12"
Visibilità per
l'osservatore:
Masera
2012-06-06 06h00m23s (
CEST )
Tempo
Universale:
2012-06-06T04:00:23
JD=2456084.66693
Tempo Locale
Siderale:21h33m32s
Angolo Orario:
16h36m
Azimuth:+59°29'
Altitudine:+03°05'
Sorge: 5h37m
Azimuth+55°20'
Culmina: 13h22m
+66°40'
Tramonta:
21h07m Azimuth+304°25'
Un
transito di Venere
ripreso dallo spazio
dalla
sonda automatizzata
Trace. Immagine:cortesia
Nasa
Posizioni
caratteristiche
,riferite alla
Terra,dei pianeti
inferiori, più vicini
al Sole, e
superiori.,osservati
in un modello
eliocentrico.L'angolo
alpha è definito
angolo di fase e può
variare da 0 a 180°
per
Venere e
Mercurio.L'elongazione
indicata come epsilon
arriva a 27° per
Mercurio e 48° per
Venere; è in questa
fase che il moto
apparente in cielo di
un pianeta si inverte.
Un pianeta interno in
elongazione possiede
alpha pari a 90°.Un
pianeta esterno in
quadratura possiede
alpha via via
più esiguo andando
verso l'esterno del
Sistema Solare:esso ad
esempio vale 41° per
Marte e 2° per
Nettuno..Per esso
epsilon è
evidentemente 90°.Un
pianeta superiore può
essere in
opposizione.A causa
dell'inclinazione
delle orbite
sull'eclittica,congiunzione
ed opposizione nella
maggior parte dei casi
non avvengono coi
pianeti opposti o
dietro al Sole.Nella
notazione astronomica
spesso queste due
ultime fasi vengono
definite in termini di
longitudine
eclittica:la
longitudine del corpo
e del Sole
differiscono di
180° in
opposizione;due corpi
in congiunzione hanno
invece la stessa
longitudineMa se
l'altro corpo è
diverso dal Sole
spesso si usa
l'ascensione retta.La
formula riportata
vicino al Sole indica
come calcolare i
tempi di
riproposizione di una
medesima fase tra due
corpi come osservata
sulla superficie di
uno di essi,
cioè il periodo
sinodico ( t1 e t2 sono i
periodi siderali dei
pianeti) .La
formula rende conto
della differenza tra i
rispettivi periodi
siderali,cioè il tempo
di una reale
rivoluzione attorno al
Sole , nel riferimento
delle stelle
fisse.Periodo sinodico
S e sidereo P sono
legati dall'
espressione 1\P=1\T+-1\S con T
periodo sidereo
terrestre.( il segno è
positivo se l'altro
pianeta è inferiore e
negativo se superiore)
.Se infatti S1 e S2 sono i
periodi siderali, i
loro moti medi
risultano 2pi\P1 e 2pi\P2;dopo un
periodo sinodico P1,2 il piantea
interno avrà
effettuato esattamente
una rivoluzione in più
rispetto a quello
esterno, perciò P1,2 (2pi\P1 )=2pi+P1,2 (2pi\P2), che si
semplifica nella
formula del grafico.
Black
drop nel corso
dell'ultimo
transito.Immagine:Uwe
Schurkamp
Sotto
, circostanze
globali del
transito
2012:la
curva
bianca
indica
le zone in cui
il prossimo
transito si
verificherà
col Sole che
progredisce
verso il
tramonto.Quella
verde verso l'
alba;il tratto
di d , in
grigio, non sarà interessato
dal transito 2012.i |